Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film
Grandmaster di cinema, Wong Kar Wai. Cineasta di spessore in grado di valorizzare anche una storia abusatissima come quella del mitico Ip Man, figura leggendaria e mentore marziale di personaggi come il compianto Bruce Lee. Il suo film si sviluppa maestoso ed elegante sin dalle primissime sequenze, andando ben oltre il semplice biopic e abbracciando la storia più recente di una nazione travagliata coma la Cina e di una filosofia radicale come quella alla base del kung-fu. Un insieme di tradizioni, sacrifici e codici d’onore tramandati di generazione in generazione allo scopo di unire le persone e preservarne la fede in qualcosa di più grande. Un movimento non immune ai turbamenti del cuore, alle vendette o agli orrori della guerra ma radicato negli spiriti dei suoi combattenti al punto da consacrargli l’esistenza. Un action di contenuti squisitamente orientale, splendidamente messo in scena nei contesti più disparati e ricco di sfumature mélo che rimandano a una sorta di wuxia in assenza di spade. Intenso, ritmato, emozionante. Girato con un gusto ed una perizia davvero invidiabili e poggiato saldamente sulle superbe presenze di interpreti iconici come Tony Leung e Zhang Ziyi. Diverse le sequenze memorabili: praticamente tutte quelle di combattimento, con menzione speciale per quella d'apertura sotto la pioggia e quella alla stazione ferroviaria, entrambe potenti e raffinatissime. L'apice però lo si tocca con una tardiva e struggente dichiarazione d'amore in una sala da the. Sempre e comunque in the mood for love.
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