Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
Quattro persone, quattro come le lettere della parola Alpi. E, come le Alpi, insostituibili: solo loro quattro possono portare a termine un'impresa delicatissima come quella di rimpiazzare persone morte, fingendosi loro e comportandosi come loro, per aiutare le rispettive famiglie a elaborare il lutto.
Kinetta 2.0. Passo falso per Lanthimos, alla terza regia (da solo, più una condivisa nel 2001 - O kalyteros mou filos - con Lakis Lazopoulos) con Alps, che è sostanzialmente un plagio di sè stesso, dell'opera prima Kinetta (2005). Un remake più fantasioso e con qualche briciola di informazioni in più concesse allo spettatore, praticamente: ancora l'idea di partenza di rivivere, recitando in maniera grossolana, dilettantesca, le tragedie già vissute e non ancora superate; ancora l'idea di farle mettere in scena da un gruppetto scalcagnato di interpreti improvvisati, nella vita comune persone dalle esistenze grige e ansiogene; ancora l'idea di risolvere la trama con la spersonalizzazione dell'attore, mostrando quanto sottile sia la linea di demarcazione fra realtà e fantasia e quanto sia facile oltrepassarla senza neppure rendersene conto. Brava Angeliki Papoulia in un ruolo in cui le è spesso richiesto di recitare di stare recitando male, cambiando registro frequentemente; sceneggiatura firmata dal regista insieme a Efthymis Filippou, premiata a Venezia. Bel lavoro dal punto di vista della laconica fotografia, della spettrale assenza di musica extradiegetica, del montaggio tagliente: tutte caratteristiche già note (e apprezzate) del cinema di Lanthimos. 4,5/10.
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