Regia di George Clooney vedi scheda film
Scontro senza esclusione di colpi fra gli staff di due candidati democratici alla presidenza USA: alla fine tutti saranno scesi allo stesso livello, l’unica differenza sarà che alcuni hanno vinto e altri hanno perso. Il problema di questo film è che arriva tardi, cioè dopo titoli quali L’amaro sapore del potere (1964), Il candidato (1972) e soprattutto I colori della vittoria (1998), che è quello che più gli si avvicina per la trama: perciò gli snodi narrativi appaiono inevitabilmente meccanici e prevedibili; d’altra parte il personaggio di Gosling non è neanche all’inizio un idealista duro e puro (sarebbe stato poco plausibile, ai giorni nostri), cosicché la sua progressiva resa morale appare nulla più che una conseguenza piuttosto logica delle premesse. Comunque ci si mantiene su livelli più che accettabili; forse i futuri storici del cinema lo ricorderanno come il primo film del dopo Obama.
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