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Le Idi di Marzo

Regia di George Clooney vedi scheda film

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La recensione su Le Idi di Marzo

di bradipo68
6 stelle

I repubblicani sono morti, i democratici sono morti e anche la politica tutta non si sente tanto bene.
Ma anche cambiando i fattori in campo il risultato matematicamente non cambia.
 Le Idi di Marzo è il format di celluloide attraverso cui un democrat come Clooney per cui l'interesse comune è bene ma avere il villone sul lago di Como è ancora meglio, ci racconta quanto sia sporca la politica.
Ci sediamo tranquilli e ascoltiamo ancora la favola di Cappuccetto Rosso in un momento in cui fuori è un pullulare di lupi.
E' questo il vero regalo di Natale in una nazione come la nostra che finalmente, forse, si sta accorgendo di quanto è marcia la politica.
Oppure è semplicemente l'odore della crisi.
La politica americana oggi sta tutta dietro le quinte, è una babele di strategie e guerre di comunicati, un percorso minato da inevitabili trappole a cui va incontro ogni candidato alla presidenza( vedi il caso di Hart,superfavorito alla corsa per la presidenza e defenestrato dal suo stesso partito per un scandaletto sessuale) o addirittura presidente( e chi se lo scorda Clinton e i vestiti tenuti in frigorifero dalla sua stagista prediletta per ricattarlo solo un po'?).
Clooney fa cinema civile?
Può darsi ma quello che ci racconta lo sappiamo benissimo, basta vedere la cronaca politica ogni giorno.
Solo che negli USA in questo campo mettono in gioco un intelligence e un dispiego di mezzi che raramente si vedono in altre nazioni.
L'elezione di un candidato è scienza matematicamente esatta se si riescono a neutralizzare le incognite e le variabili impazzite.
E Le Idi di Marzo è la storia dell'incognita Steve, machiavellicamente disposto a vendersi a chiunque pur di pervenire al suo scopo e della variabile impazzita Molly, stagista molto generosa e incapace di gestire il proprio ciclo ormonale.
Tra il bianco e il nero sono comprese tutte le tonalità del grigio: Le Idi di Marzo è un film sull'ombra grigia che viene proiettata dalla coscienza di ciascuno, non esistono buoni e cattivi.Sono tutti cattivi: sta a noi stabilire quanto.
A meno che candidamente si pensi che davanti allo sguardo fisso di Gosling che scruta nel buio ci sia una concezione morale della politica, della cosa pubblica.
Clooney nella parte di un governatore con dentatura da squalo è la faccia invecchiata del Sogno Americano, quello che è rimasto oltre le macerie degli ideali.
Mai come ora il cinema del bel Georgino è stato vicino alla sindrome postkennedyana che ha creato molto grande cinema americano anni '70.
Le Idi di Marzo sconta molte analogie con Il candidato di Michael Ritchie del 1972 dove un Redford in capello lungo e basetta chilometrica era costretto ad abiurare le sue idee progressiste per essere eletto.
Poteva essere un film importante se non fosse in pratica un reality show e soprattutto se non soffrisse della patologia del già visto.
Ma è terapeutico per chi ha voglia ancora di indignarsi.
Grandi dinosauri come Giamatti e Seymour Hoffman ballano il fandango sul tetto del mondo.
Ma sanno, come e meglio di tutti gli altri che serve solo un attimo per sprofondare e mai più risalire.

Su George Clooney

regia puntuale ,il Clooney regista non si dimostra egoista

Su Ryan Gosling

mi ha convinto più altre volte

Su George Clooney

inquietante con quei denti

Su Marisa Tomei

imbruttita ad arte

Su Evan Rachel Wood

lei è vagamente imbruttita dall'età che avanza

Su Paul Giamatti

favoloso

Su Philip Seymour Hoffman

mefistofelico

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