Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
All'uscita dalla sala avevo da una parte la consapevolezza di aver visto un film di certo non memorabile ma dall'altra mi sentivo soddisfatto per una visione che mi aveva preso proprio bene. "Knock out" è un thriller action pressochè perfetto. Steven Soderbergh non sbaglia un film. Ho sotto gli occhi la lista della sua sterminata filmografia: se contiamo solo i lungometraggi arriviamo ad un totale di 21 film; praticamente al ritmo di un film all'anno se consideriamo che tutto ebbe inizio nel 1989 con (Palma d'oro a Cannes) "Sesso bugie e videotape", cui fece seguito l'intrigante e sofisticato "Delitti e segreti". Ma quest'uomo deve avere la mano fatata se perfino un thriller senza eccessive pretese come "Out of sight" guadagnò una doppia candidatura all'Oscar (adattamento cinematografico e montaggio). Poi venne l'ottimo noir "L'inglese" con due splendide cariatidi come Terence Stamp e Peter Fonda. Ma il suo anno fortunato è decisamente il 2000, quando una congiuntura quanto mai favorevole (in realtà dovuta al suo talento) gli consentì (se non erro un caso unico nella storia) di gareggiare per gli Oscar con addirittura due film: "Erin Brockovich" e il bellissimo "Traffic" (a detta di molti il suo capolavoro) che gli fruttò il premio alla miglior regìa. Poi venne la serie degli "Ocean's", tre film che ne consacrarono il talento nel dirigere un cinema popolare destinato a vaste platee ma al contempo capace di un intrattenimento sofisticato, nel solco di un cinema americano elegante benchè destinato ad una fruibilità di massa. E a questo punto diventa difficile districarsi in una produzione così vasta, per cui citerò dei titoli alla rinfusa senza più attenermi a criteri cronologici. Per esempio "Solaris", in cui Steven volle cimentarsi, con esiti peraltro non disprezzabili, in un impegnativo rifacimento del capolavoro omonimo di Tarkovskij . E poi ancora il rocambolesco "Full frontal". Da segnalare inoltre quel curioso gioiellino indie piuttosto controverso (di cui conservo un ricordo intrigante) che si chiamava "Bubble". Io, essendone un supporter, forse sono di parte, ma ritengo che i suoi ultimi lavori siano da ascrivere tra le sue produzioni migliori: il godibilissimo "The informant" e il disturbante "Contagion", per arrivare poi a quello che potremmo definire il suo progetto più ambizioso ed impegnativo, vale a dire i due capitoli della massiccia biografia di Che Guevara. Non c'è che dire, Soderbergh è una specie di fenomeno, un caso di regista per il quale il termine "versatile" diventa una barzelletta. E anche i suoi detrattori (che non mancano affatto) dovrebbero onestamente riconoscere che il buon Steven nella sua lunga carriera non è mai sceso sotto un livello di guardia, non ha mai diretto nulla di davvero scadente. Io credo che dietro questo rarissimo caso di talento che sposa la quantità con la qualità, ci possa essere solo una spinta propulsiva data da un immenso amore per il Cinema. Anche se, umanamente, mi rendo conto che Steven con quella sua postura (come dire) un pò da nerd, possa anche risultare antipatico a qualcuno. Stavo dimenticando un dettaglio che ha la sua importanza: nella maggior parte dei titoli sopra citati Soderbergh si è occupato di curare anche la fotografia e il montaggio, e in qualche caso anche la sceneggiatura. E dopo questa fluviale premessa-tributo, veniamo al nostro film. Anche se non lo si può definire "action d'autore" perchè (e lo ammetto pur essendone fan) non si tratta di una delle sue opere più ispirate, il suo mestiere e il suo genio fanno comunque capolino. Per inciso, anche questa volta Steven ha curato personalmente fotografia e montaggio. Se da una parte è vero (come molti hanno sentenziato) che il film non aggiunge nulla di nuovo agli stilemi classici del cinema action, io però mi sento di dire che questa pellicola, in ambito di cinema d'azione, un suo sapore particolare ce l'ha, eccome. Sarà la fotografia dai colori cangianti o il montaggio nervoso, ma il film ci consegna una storia che si dipana in modo sufficientemente appassionante (non ho detto "innovativo"), soprattutto grazie ad un susseguirsi di pedinamenti, inseguimenti, corpo a corpo, sospetti e tradimenti che intrigano lo spettatore e lo divertono all'insegna di un intrattenimento più che dignitoso. Se devo fare un appunto alla sceneggiatura, è quello di generare una vaga percezione di confusione, in cui si accavallano in modo non sempre chiaro i destini dei diversi personaggi, anche se questo è in parte fisiologico in una complessa vicenda di spie dove gli schieramenti in campo si fanno ambigui e non sempre riconoscibili. Più avanti mi occuperò del cast, ma prima bisogna dire che questo è un film costruito attorno ad una persona, tutto ruota intorno a lei, che peraltro ne è l'immagine definitiva. E stavolta non si tratta di un'attrice come noi intendiamo questo termine nella sua accezione comune. Questa volta il genio di Soderbergh esigeva un qualcosa di diverso, o di sfizioso, che conferisse alla prevedibilità del meccanismo action un tocco particolare in un ambito in cui è molto difficile dire qualcosa di nuovo. E questo "fattore X" ha un nome ed un cognome: Gina Carano. E "la Gina" (come la chiamo io in un demenziale accesso d'affetto) è un'autentica forza della natura. Io non sapevo nulla di lei prima di entrare in sala, e ho incassato dunque l'impatto con questa femmina incredibile. Come è abbastanza scontato, non si tratta di attrice di grana finissima ma lascia trapelare una personalità forte e volitiva. Per chi non ne è al corrente, è bene spiegare che "la Gina" non ha mai recitato prima d'ora e che il suo mestiere è stato (almeno finora) decisamente un altro. Brillante la scelta di Soderbergh che ha voluto "movimentare" un action andando a pescarne la protagonista nel mondo dello sport-spettacolo tv. Gina Carano si è infatti guadagnata negli USA una discreta popolarità come animatrice della serie tv "American Gladiators" dove si esibisce per quello che è: una campionessa di arti marziali miste. Era lecito attendersi una sorta di energumena balorda (come balordi sono un pò tutti questi lottatori televisivi) e invece....il buon Steven, che non è uno sprovveduto, ha pescato proprio bene. La Carano unisce ad un corpo massiccio e robusto una presenza sexy e un sorriso irresistibile (anche se nel film sfoggia spesso un'aria truce da guerriera). Evidentemente le sfumature espressive che lei può offrirci sono piuttosto limitate, ma dobbiamo anche considerare che fino ad un anno fa questo non era il suo mestiere e dunque trattasi di absolute beginner. Mosso da una curiosità da maschietto quale sono, ho poi indagato su youtube scovando le sue numerose interviste promozionali per il film, scoprendo così una ragazzona solare e simpaticissima. Nelle sequenze d'azione la Gina è una favola: corre, si lancia dall'alto, combatte, ma soprattutto mena gli uomini che è uno spettacolo, in una serie di scontri fisici splendidamente coreografati. Inseguimenti e botte sono dunque i momenti centrali come si conviene ad un action, qui peraltro declinato nello specifico sottofilone del "revenge movie". Sì, perchè la vicenda verte tutta, attraverso un continuo alternarsi di flashback, sul piano di vendetta che "la Gina" mette in atto per punire un manipolo di agenti segreti e faccendieri che pensavano di poterla incastrare come l'ultimo degli allocchi. E' uno spettacolo per gli occhi vederla in azione mentre corre a perdifiato, o quando affronta due poliziotti (in assetto da guerra) per volta. Divertimento puro, vederla arrivare di corsa cogliendo alle spalle di sorpresa un ignaro Ewan Mc Gregor, oppure quando uno stupefatto Antonio Banderas se la vede calare dal soffitto per sferrare la sua ineludibile vendetta. Da segnalare l'ottimo commento sonoro curato da David Holmes. Il suo tappeto musicale (che potremmo definire una specie di "progressive electronic funky") è estremamente funzionale alle imagini, le sottolinea vivacemente ma senza eccessi. E vediamo da vicino questa parata di star che affiancano la protagonista. Michael Douglas bravo, anche se qui in un ruolo forse un pò ingessato. Channing Tatum veramente in parte ed efficacissimo. Ewan Mc Gregor sfoggia il solito talento, sebbene non giurerei che in questo ruolo egli sia esattamente a suo agio. Antonio Banderas e Mathieu Kassovitz assolvono con diligenza al loro compitino, seppure in due ruoli di scarsa consistenza. Va detto che Michael Fassbender, tra tutte queste star, è decisamente quello che se la cava meglio, ritagliandosi uno spazio significativo in cui ritroviamo l'ottimo attore che conosciamo. Gina, il tuo primo match nello sfavillante mondo del cinema lo hai già vinto. Ma non dimenticare che il merito principale è di colui che ti ha allenato. Steven Soderbergh.
Voto: 8
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