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W.E. - Edward e Wallis

Regia di Madonna vedi scheda film

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La recensione su W.E. - Edward e Wallis

di alan smithee
4 stelle

E' proprio una vera debacle il secondo film da regista (e non solo) della Veronica Luisa Ciccone, che dirige e scrive (assieme ad Alek Keshishian, gia' noto per il documentario non brutto "A letto con Madonna" di inizio anni '90). Gia' e' difficile farsi appassionare dalla storia del solito re d'Inghilterra che rinuncia al trono per non perdere l'amata bruttina americana (una Andrea Riseborough in verita' piuttosto in parte e adatta al ruolo, l'unica veramente accettabile in questo pasticcio) di cui non puo' fare a meno (storia gia' raccontata - ma vista dalla parte dell'altro fratello, quello balbuziente. padre dell'attuale immarcescibile regina - nel meno brutto ma comunque troppo sopravvalutato e rimpinzato di Oscar "Il discorso del re"). In piu' alla nostra sfaccettata Diva viene l'idea brillante di intrecciare questa inutile storia demodé con quella di una giovane, bella e trascurata mogliettina di un celebre psicologo fedifrago, che rinuncia a tutto, pur al lavoro, per stare accanto ad un marito che la ignora, proprio mentre tutte le amiche dell'alta classe sociale che frequenta la invidiano e non le nascondono quanto la considerino fortunata ad aver sposato quel gioiello di uomo. La donna dunque, si affeziona alla figura di Wallis, pluri-divorziata americana esile e neanche particolarmente avvenente, al massimo "un tipo" si potrebbe dire, che fa perdere la testa al principe ereditario compromettendo le sorti della monarchia. E si chiede, sempre Wally, la protagonista (interpretata da una bella e tracagnotta Abbie Cornish, qui un po' imbalsamata e come intimorita dalla straripante energia della regista) come possa una donna aver ricevuto tali attenzioni e lei solo indifferenza e freddo distacco. Finché ecco che, come in ogni bella favoletta, si materializza anche per Wally il principe azzurro, nei panni di una guardia di origine russa, addetta alla sorveglianza degli oggetti di Edward e Wallis esposti da Sotheby in attesa del giorno della grande asta. Naturalmente lui e' vedovo inconsolabile, un semplice guardiano, ma abita in un loft gigantesco arredato in finto stile trasandato molto trendy che neanche un brillante uomo d'affari potrebbe permettersi (ma che gliene importa a Madonna di queste piccolezze!!!), e alla fine (orrore!!!) Wallis e Wally si passano pure il testimone delle loro reciproche sfighe, come a dire: "un po' a me, ma ora anche un po' a te".
Madonna, a parte Cercasi Susan disperatamente e pochissimo altro, al cinema ha fatto solo gran o scult come quel "Body of evidence" cosi' brutto da diventare quasi bello; ora la nostra dinamica e battagliera Diva non sa che fare: l'attrice? ci ha gia' provato troppe volte con esiti spesso deludenti; la mamma? ma Maria Lourdes e' grandina, il maschio forse pure; un nuovo amore? uomini/ragazzi ne cambia uno al mese. La cantante? cantare come una ragazzina forse l'annoia un po' e con l'ultimo album si sente un po' a disagio; dunque non resta che dirigere e scrivere per il cinema. Questa sua seconda prova e' davvero micidiale, tronfia, patinata, piagnona e sterile come un bel fiore kitch di plastica o tela cerata: spiace anche un po' ammetterlo perche' in fondo Madonna mi e' pure un po' simpatica e buona parte della sua discografia ha comunque segnato un epoca, la mia epoca, lunga ormai quasi un trentennio; senza contare che la Veronica Luisa e' partita dal fondo piu' profondo per scalare, con una grande forza d'animo che superava di gran lunga capacita' o doti vocali, le vette di uno star system che e' noto per sollevarti agli altari e ributtarti nel fosso poco dopo, un baratro ove la Ciccone probabilmente non tornera' mai piu' grazie ad una abilita' direi manageriale nel sapersi gestire meglio di qualsiasi super top manager. 
Tornando al film una cosa in verita' c'e' di interessante, ed e' confrontare come la regista prenda le difese di Edward (e Wallis) allo stesso modo in cui invece Tom Hooper faceva per Giorgio VI, suo fratello: in entrambi i fiacchi film ognuno dei due fratelli non protagonisti (e dunque Giorgio in questo film, Edward ne Il discorso del re) e le rispettive loro consorti, vengono rappresentati o come dei frivoli civettuoli o come dei pettegoli calcolatori a difesa della propria posizione in bilico. Quasi come se ognuno dei due diversissimi registi prendesse una posizione quasi materna nei confronti della coppia che hanno scelto di rappresentare e rendere protagonista. In fondo un regista e' un po' come un genitore del suo personaggio: lo cura e lo rappresenta nel modo migliore e piu' in linea col proprio carattere e la propria sensibilita. In questo caso lo sforzo purtroppo e' stato piuttosto vano e sprecato.

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