Regia di Masayuki Suo vedi scheda film
C'è qualcosa che può sfuggire nella vita di un uomo che ha passato da un pò la quarantina, è realizzato economicamente(ma il lavoro forse non gli piace granchè) ha una bella famiglia che lo aspetta,una moglie e una figlia grande,una bella casa e tutto quello che il denaro ti può offrire?La risposta è si,può sfuggire parecchio:può non esserci la comunicazione tra le quattro mura domestiche ,può essere sostituita da una sorta di abitudine alla convivenza in cui ognuno è attento a conservare il proprio spazio vitale senza infrangersi su quello degli altri,può non esserci la condivisione di tutte quelle passioni piccole o grandi che contribuiscono a rendere bella la vita e a mantenere giovani coloro che ormai giovani non lo sono più.In più c'è la routine che uccide giorno dopo giorno come un veleno che agisce lentamente ma inesorabilmente.Una routine fatta di casa-lavoro-casa.Ma un giorno può accadere di avere una visione celestiale:dal finestrino del treno può accadere di vedere una donna bellissima dal vetro di una finestra nel palazzo di fronte alla fermata,donna talmente bella che spinga ad azioni impensabili fino a pochi secondi prima.E l'impiegatuccio per conoscere questa donna bellissima,un giorno scende dal suo treno entra nell'edificio in cui l'ha vista per cercare di conoscerla.E si trova nel mezzo di una scuola di ballo.E'questo lo spunto esile ma appassionante allo stesso tempo di questo film da cui poi è stato tratto un remake americano(Shall we Dance?di Peter Chelsom).Sugiyama,questo il nome dell'impiegato all'inizio non è neanche appassionato di ballo ma viene catturato da quell'atmosfera,da quel distacco che riesce ad avere dalla grigia routine quotidiana,può essere finalmente se stesso,dalla competizione che si instaura una volta che ha imparato i passi di danza.E poi gli sguardi con la bella insegnante,le domande sempre più frequenti che a casa gli vengono poste per cercare le giustificazioni alle sue assenze sempre più frequenti,i malintesi,il fraintendimento,il principe dei fraintendimenti:credere che Sugiyama abbia un'amante.E' così?la risposta è no,ma non è facile stabilire che tipo di sentimento lui provi per la bella insegnante.Ed è su questo che il film manifesta le sue debolezze:la sua estetica minimalista della prima parte,la sua ostinata ricerca della medietà e del distacco diventa uno scivolamento nella mediocrità con alcuni snodi narrativi poco convincenti.E poi vivaddio un pò di chiarezza:non si afferma neanche per un secondo che Sugiyama sia innamorato della bella insegnante,si cerca di restare sempre nel guado in qualcosa a metà tra amore,stima e amicizia perchè comunque l'istituzione familiare non deve essere minimamente sfiorata.E se questo film era nella prima parte un ritratto assai veritiero dell'alienazione presente a molteplici livelli nella società giapponese,nella seconda parte diventa un pallido tentativo di melodramma dai sentimenti raffreddati,grigio come il grigiore che vuole rappresentare,dalle tonalità spente che però non arriva mai a provocare l'emozione che vorrebbe suscitare.Lei non lo ha mai amato però le dispiace che lui si sia distaccato dalla scuola di ballo.Il tentativo di riavvicinarsi è quindi solo per la scuola? Non per qualcosa che empaticemente lei prova per lui?Interrogativi senza risposta ma anche se questa ci fosse non cambierebbe molto.Come se un ultimo ballo possa essere abbastanza come pegno di un amore mai ricambiato.
non esaltante
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