A Katherine viene diagnosticato un tumore all'ultimo stadio; un produttore televisivo le offre un contratto per filmare in esclusiva la sua morte. Lei prima accetta, ma poi scappa. Fantascienza filosofica di Tavernier; si tratta in effetti di una meditazione sulla civiltà audiovisiva e sull'informazione sensazionalistica. Un monito allarmato, ma anche un dramma di grande forza lirica.
Il terzo giorno il dolore agli occhi era diventato insopportabile. Ogni cinque minuti, inoltre, doveva ripulirsi gli occhiali. Era come doversi impegnare in una fatica immane, che si aveva il diritto di rifiutare e che tuttavia si desiderava ardentemente e nevroticamente portare a termine. (George Orwell, 1984)
Facile dire a distanza di quarant’anni quanto questo film di Bertrand Tavernier fu profetico e anticipatore dei tempi a venire. La sostanziale differenza della mutazione dei tempi, demarca il territorio nel quale il concetto teorico che sta alla base del film si può rileggere rispetto al suo anno di uscita, il 1980. Quando fu realizzato forse resisteva ancora un dibattito etico… leggi tutto
Apologo sull'invadenza dei mezzi di comunicazione nell'era moderna, con un tocco di fantascienza non particolarmente pesante, per nulla fuorviante dagli intenti critici alla contemporaneità. Voyeurismo estremo (o per lo meno portato alle sue estreme conseguenze) per una morale che lascia qualche speranza nell'umanità; buono il cast: Keitel, la Schneider e c'è anche Max Von Sydow in un ruolo… leggi tutto
O: Fuck, I like "Cazzo"! Iniziamo con una tautologia: a testimonianza diretta dell’importanza (ma pure la bellezza, anche quella, vien da sé) che questo romanzo pubblicato nel 2001 da Percival Everett…
Alasdair Gray (1934-2019), il mio sterne-brautiganiano secondo (Iain M. Banks è il primo) romanziere scozzese post-moderno massimalista preferito (oltre ai disegni, e a parte gli estratti dal Gray’s…
A Katherine(Romy Schneider) diagnosticano un tumore, ha due mesi di vita, un produttore televisivo Harry Dean Steanton le offre un contratto in esclusiva, molto ben remunerato, per avere l’esclusiva di filmare la sua morte, Katherine accetta anche se non è convinta. Chi la filmerà sarà Roddy(Harvey Keitel), per poterlo fare, accetta di farsi impiantare negli…
Facile dire a distanza di quarant’anni quanto questo film di Bertrand Tavernier fu profetico e anticipatore dei tempi a venire. La sostanziale differenza della mutazione dei tempi, demarca il territorio nel quale il concetto teorico che sta alla base del film si può rileggere rispetto al suo anno di uscita, il 1980. Quando fu realizzato forse resisteva ancora un dibattito etico…
“Finisco le mie lettere dicendo Écr. l’Inf. [= Écrasez l’Infâme, schiacciate l’infame (il Fanatismo Religioso)], così come Catone diceva sempre Delenda Carthago! [=…
In un mondo (quasi) totalmente connesso, ma non troppo, perchè si può sempre fare di più (ma per gli altri però) come auspicano alcuni nostri autorevoli che non nomino...e come stà…
34 TFF – COSE CHE VERRANNO
In un futuro non lontano rispetto ai primi anni ’80, si immagina che gli autori di bestseller non scrivano più direttamente con carta, penna o altri ausili, ma “programmino” i loro romanzi tramite l’utilizzo di un computer che ne assembli, rielaborandole in differenti contesti e casualità, situazioni già narrate,…
Riflessione sul potere e sui limiti dei media, in questo caso la televisione, in tempi non sospetti. Tre grandi attori, per un film farraginoso nella prima parte, splendidamente lirico nella seconda, con il rapporto Keitel/Schneider su tutti e tutto. Filosofico e affascinante. Uno di quei film destinati a crescere col tempo. Lo sguardo/telecamera e la pornografìa dell'immagine e dei soldi.…
Per Gautama l'incontro con la malattia - al pari di quello con la vecchiaia e la morte - fu decisivo per la comprensione dell'esistenza della sofferenza dell'umanità. Anche per il cinema, spesso, le cose van così e…
Nel 1980 non esistevano i reality shows, non esisteva la televisione che frugava nelle vite delle persone e che nell'impeto di massimo realismo ne filmasse momento per momento la quotidianità. O addirittura la morte. Al massimo c'era stato un romanziere inglese, tale George Orwell, che con un romanzo in cui parlava di un Grande Fratello di regime che tutto sapeva e tutto controllava,…
L'ambientazione de La morte in diretta, è caratterizzata da cospicui, tragici squarci di violenza e di miseria, con al centro una cerchia di persone che, privilegiate dalla professione che esercitano o dal capriccio della sorte, possono concedersi agi e libertà ad altri negati.
Apparentemente, sono proprio questi ultimi a rappresentare l'elemento ancora dinamico di una…
Quando l'occhio "meccanico" intercetta porzioni di realtà e tende a identificare chi guarda con chi è guardato generando di fatto uno scambio di identità tra la realtà a una sua parziale…
Roddy (Harvey Keitel) è un uomo che accetta di sottoporsi ad un'intervento che consentirà ai suoi occhi di diventare una vera e propria telecamera che riproduce su schermo tutto ciò che fissano. Lo strumento viene tastato su Kathrine Mortenhoe (Romy Schneider), una scrittrice di successo affetta da un male incurabile. Contattata da Vincent Ferriman (Hanry Dean Stanton), il…
http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo492724.shtml
Si è arrivati a questo e si DOVEVA arrivare a questo: la madre di una persona scomparsa che apprende la notizia della morte della…
"Ero una mostruosità chirurgica, un cyborg. Ero stato...violato. Mi ero offerto di mia spontanea volontà per un esperimento osceno. Avevo rinunciato a me stesso, avevo rinunciato perfino al supremo diritto dell'intimità dei miei sensi. Ero un uomo pubblico." Questo monologo, tratto da "L'occhio insonne" di David Compton, il romanzo che ha ispirato il film di Tavernier,…
Arriveremo anche a questo, prima o poi. A filmare la morte mentre avviene. O meglio: vedere la morte in diretta è già accaduto più volte. Ma filmare l’agonia di una persona che cede i diritti per contratto, come in una versione macabra del “Grande Fratello” televisivo, con tanto di spot commerciali che interrompono lo “spettacolo”, a questo…
Apologo sull'invadenza dei mezzi di comunicazione nell'era moderna, con un tocco di fantascienza non particolarmente pesante, per nulla fuorviante dagli intenti critici alla contemporaneità. Voyeurismo estremo (o per lo meno portato alle sue estreme conseguenze) per una morale che lascia qualche speranza nell'umanità; buono il cast: Keitel, la Schneider e c'è anche Max Von Sydow in un ruolo…
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Il terzo giorno il dolore agli occhi era diventato insopportabile. Ogni cinque minuti, inoltre, doveva ripulirsi gli occhiali. Era come doversi impegnare in una fatica immane, che si aveva il diritto di rifiutare e che tuttavia si desiderava ardentemente e nevroticamente portare a termine. (George Orwell, 1984)
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