Regia di Daniele Gaglianone vedi scheda film
ottimo il film di gaglianone. tra passato e presente le vite di tre ragazzini che sopravvissero e sconfissero l'uomo nero. certo le battaglie, come in tutte le guerre, lasciano cicatrici più o meno visibili ed è un pò come quando si acuisce un senso perchè se n'è perso un altro. vivere in mezzo agli altri non è sempre facile, perchè loro non sanno e non si vuole che sappiano. c'è una protezione, un pò come il castello di rottami di ferro nel quale andavano a giocare i ragazzini protagonisti, che alla fine ti isola dal resto. ma se nell'infanzia è un percorso di passaggio, nell'età adulta è una sorta di handicap. dove i limiti sono stati imposti da terzi. quindi una violenza. il personaggio di timi, il dottore ben vestito che viaggia in mercedes, quasi ingessato di cui i bimbi hanno paura e i genitori una soggezione che sconfina e regredisce nella paura dei loro figli, è un lavoro talmente rischioso per timi, gli sceneggiatori e il regista, che ha rischiato di inficiare tutta l'operazione. il precipizio dell'over acting è un fantasma che vaga per tutto il film, e timi purtroppo ha già dato prova di esagerare nel film di salvatores da ammaniti(e salvatores non è stato capace di trattenerlo), ma alla fine, almeno per il sottoscritto, uomo nero vs over acting, ha vinto il primo. il mostro-uomo rappresentato dal dottor boldrini è l'uomo-mostro per eccellenza. dove un uomo-mostro ben reale viene richiamato. mentre vaneggia in pieno sole, con le braghe calate, su come sarebbe stato se hitler fosse sopravvissuto e avesse vinto naturalmente. in anni in cui le svastiche naziste erano apertamente rappresentate da simpatizzanti in loden. quindi la grandezza del personaggio del dottor boldrini, e quindi di timi, sta nell'aver rappresentato teatralmente gli incubi dei ragazzini e molto meno teatralmente lo scempio dei corpicini trucidati nello squallore della discarica. ottimo lavoro sulle pause e sui tempi, dove solarino, accorsi e mastandrea fluttuano in questo non spazio e non luogo del doloroso e tremendo ricordo in attesa di liberazione e riscatto. mentre naturalmente il personaggio di timi si colora della voce dell'attore che sembra un prolungamento dei suoni elettronici della bella colonna sonora. un passato, un uomo, un mostro che tornano dal passato prepotentemente attraverso il fuori fuoco che confonde il corpo del dottore nel chiarore di luce facendolo sfumare fino al prossimo maledetto ricordo.
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