Regia di Francesco Bruni vedi scheda film
Le vie della commedia italiana negli ultimissimi anni sembrano essersi tutte omologate, niente più differenze, marchi di fabbrica, ne vedi una poi vedi l'altra, sembrano tutte uguali.
E travolto da maschi contro femmine andata e ritorno, vari manuali d'amore di scarsa utilità, immaturi (in tutti i sensi) e genitori in lite con i figli, rimpiangi i tempi del miglior Salvatores (ma quanto ci manca oggi un film come Marrakesh Express?!?) e perfino quelli del miglior Virzì (Caterina và in città).
Viene da pensarla così sulla base di quello che passa il convento, poi grazie a pellicole come questo Scialla! scopri che magari la tua visione è pessimistica e c'è ancora spazio per fare una commedia che faccia divertire sapendo però al tempo stesso parlare al cuore.
Diretto da Francesco Bruni (che con il sopra citato Paolo Virzì ha lavorato a lungo come sceneggiatore), Scialla racconta la storia di di un professore e scrittore fallito in entrambi i ruoli, che si barcamena con lezioni private e scrivendo biografie per personaggi legati al mondo dello spettacolo (l'ultimo per una pornostar di origine slava).
Bruno, il protagonista, è uno che si è arreso alla vita, che detesta chiaramente il mondo in cui abita ma ha preso atto che è inutile affaticarsi per tentare di cambiarlo, meglio adeguarsi rosicchiando qualcosa qua e là e vivere fregandosene della gente e della società.
Cambierà tutto quando la mamma di uno dei suoi allievi, Luca, gli rivelerà che il ragazzo è suo figlio. La rivelazione è una botta per il povero Bruno, alla quale si aggiunge il fatto che, causa partenza della mamma per una missione in Mali, il ragazzo, peraltro convinto che il padre sia morto, gli verrà affidato per un diversi mesi.
Luca è uno spirito libero, ragazzo brillante ma fuori dai binari, privo di metodo in una scuola che frequenta solo per obbligo di presenza, uno di quelli che vogliono camminare al loro ritmo senza guardare alle convenzioni sociali, insomma un personaggio per nulla facile (e in questo molto simile al padre dunque).
La convivenza e l'assunzione di responsabilità verso Luca metteranno Bruno di fronte a una serie di situazioni che ne determineranno da una parte una crescita umana e morale dall'altro il ritrovamento delle sue migliori aspirazioni sotterrate sotto l'indifferenza maturata in anni di rifiuti e costruita come una maschera di difesa nei confronti di un mondo e di una società in cui l'ex professore si é sentito sempre di più un estraneo.
Ma anche Luca coglierà l'occasione per scoprire le sue doti nascoste fino a maturare una decisione finale che lo farà rivalutare anche agli occhi dei professori.
Non ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma Scialla! ha davvero una marcia in più nel mondo della commedia cinematografica italiana.
Merito anche degli attori, e se non riusciamo più a stupirci della bravura di Fabrizio Bentivoglio bisogna dare merito al giovane Filippo Scicchitano di averlo affiancato benissimo nei panni di Luca.
Divertenti le parti collaterali di Barbora Bobulova nel ruolo della pornostar Tina in cerca di riscatto sociale grazie alle cariolate di soldi fatte con l'attività “professionale” e attratta dal professore così diverso da lei (ma poi non così tanto). E, soprattutto, quella di Vinicio Marchioni che si presta a una interpretazione che è di fatto una divertentissima parodia del Freddo di Romanzo Criminale la serie, dimostrando di avere qualità attoriali che se non tradite lo porteranno ad essere uno dei volti del cinema italiano che verrà.
E diamo, per concludere, anche i giusti meriti al regista Francesco Bruni che riesce a raccontare questo rapporto tra un padre e un figlio con grande credibilità e anche con la giusta tenerezza, senza però mai cadere in una facile e scontata commozione.
Che il Cielo ci mandi altri di questi film!
Bruno (Fabrizio Bentivoglio): "Ho visto le migliori menti della mia generazione rovinate dall'insegnamento"
Tina (Barbora Bobulova): "Sei un gatto da termosifone!"
Bruno (Fabrizio Bentivoglio): "Sì, ma con il termosifone spento!"
Poeta (Vincio Marchioni): “ A professò, quanto ce manca Pasolini! ”
Incoraggiante
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