Regia di Francesco Bruni vedi scheda film
Scialla, lascia perdere, non te la prendere. È questa la diffusissima espressione romanesca del neo-linguaggio giovanile che meglio condensa l'atteggiamento di questa generazione Y, che come unica risposta a una condizione esistenziale intollerabile ha l'anestetico del nichilismo. La rappresenta benissimo il quindicenne Luca (Scicchitano), cresciuto da una madre in procinto di partire per l'Africa (Scommegna), la quale lo affida a Bruno (Bentivoglio), ghostwriter per gente di spettacolo e pornodive, che ha abbandonato l'insegnamento e che fa ripetizioni private per arrivare alla fine del mese. In occasione del passaggio di testimone, Bruno apprende di essere il padre di Luca, nato dall'avventura di una sera. A Luca, ragazzo sveglio ma difficile e con pochissima voglia di studiare, Bruno impartirà una lezione di vita che lo rimetterà in carreggiata.
Passato per la prima volta dietro la macchina da presa, il livornese Bruni, fidatissimo sceneggiatore di Paolo Virzì, firma un film di notevole acutezza sociologica, nel quale il messaggio sul valore della cultura come unica via d'uscita dalla dimensione ovattata di un perenne presente arriva forte e chiaro tra registri da commedia, script eccellente, una breve quanto implausibile divagazione thriller e qualche concessione favolistica. Bravo l'esordiente Sciacchitano. Bentivoglio, invece, merita la standing ovation: recita con viso, voce e corpo in una performance assolutamente memorabile.
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