Regia di Francesco Bruni vedi scheda film
Scialla e' stata la vera sorpresa italiana di Venezia, un po' come era stato "Non pensarci" di Zanasi qualche anno fa nella stessa occasione.
Film leggero dalla straripante e contagiosa simpatia, dalla verve e spontaneita' che ne fanno uno dei pregi piu' marcati, insieme alla consueta mirabile presenza di un attore magnifico come Bentivoglio, il piu' grande italiano over 50 insieme all'amico Abatantuono.
Un professore ritiratosi dall'insegnamento per aspirazioni di scrittura presto fallite in un piu' grigio avvenire di ghost writer di personaggi minori della scena pubblica/semi-artistica, vive nell'ordinarieta' disordinata una vita mesta e fatta di consuetudini, impartendo lezioni a pagamento a distratti alunni svogliati quasi quanto lui. Finche' un giorno la madre di uno di essi rivela allo scrittore che il suo alunno piu' sfaticato ed insolente e' in realta' suo figlio, frutto di una effimera occasionale notte di passione di sedici anni prima. La donna deve partire per il Mali per un incarico a cui tiene molto e chiede al professore di prendersi cura della vita ed istruzione del simpatico e sconclusionato figlio, senza pero' rivelargli di essere il padre.
Il rapporto inizia nella complice indifferenza, poi le responsabilita' dell'uomo affiorano e si fanno implacabili macigni per la coscienza, da affrontare di petto e con serieta'. Tutto si risolvera' per il meglio dopo molte simpatiche e spesso esilaranti situazioni che sfiorano anche il dramma.
Spontaneita', uno script brillante e senza cadute di tono, un ragazzo che sa cosa non vuole ed e' meno puerile e immaturo di quello che sembri. Una vera sorpresa che ha pure tutte le carte in regola per meritarsi quel successo di pubblico che ormai sembra solo appannaggio di opere connazionali ruffiane e di una piattezza o volgarita' indigeribile.
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