Regia di Georges Lautner vedi scheda film
Cercando di proteggere l'amico deputato piuttosto corrotto Philippe Dubaye (Maurice Ronet), Xavier Maréchal (Alain Delon) si offre di fornirgli un alibi quando l'amico gli confessa di aver ucciso inavvertitamente dopo una colluttazione il suo collega Serrano.
L'amico, che lo invita a recarsi a casa sua per ritirare un prezioso taccuino sul quale si scoprirà che Serrano ha annotato tutti gli illeciti in cui si è trovato coinvolto lo stesso Dubaye, diviene oggetto, assieme alla bella amichetta del padrone di casa, Valérie Agostinelli (una Ornella Muti dallo sguardo cerbiatto mozzafiato), di una caccia all'uomo da parte dei sicari interessati dai loro mandanti a distruggere quel documento compromettente.
I killer uccideranno anche Dubaye, poi la moglie di lui (Stephane Audran) e daranno del filo da torcere al dinamico Xavier, astuto ma sempre in fuga, sempre in pericolo di vita, ostinato a fornire quelle prove schiaccianti alla polizia, divenendo nel contempo oggetto da bloccare da parte di un enigmatico esponente d'una organizzazione di estremisti, Nicolas Tomsky (Klaus Kinski, ambiguo e quintessenza del malaffare), e due ispettori di polizia Moreau e Pernais (Michel Aumont e Jean Bouise), che continuano a pedinarlo.
Sceneggiato da Michel Audiard sulla base di un romanzo di Raf Vallet, Morte di una carogna è un noir teso e piuttosto coinvolgente, solo in alcuni tratti un po' verboso, che può contare su un cast eccezionale che vede coinvolta anche Mireille Darc in un ruolo di contorno, come amante del protagonista interpretato da Delon.
La regia di Georges Lautner valorizza l'azione e gli inseguimenti d'auto risultano galvanizzanti, molto realistici così come la tensione, mentre la trama si mantiene sul vago nel denunciare la corruzione che degenera tra i poteri forti in una degenerata connivenza tra politica e business.
Il film si chiude con un amaro avvertimento del protagonista al popolo francese, ma tutto rimane piuttosto nel vago come è d'uopo in un film che mira alla spettacolarità privilegiando l'azione sull'impegno politico o il fine della denuncia morale.
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