Regia di Juan Carlos Fresnadillo vedi scheda film
Dopo l’uomo nero, dall’armadio di casa ecco uscire l’uomo senza faccia.
Coproduzione internazionale per il talentuoso Juan Carlos Fresnadillo che dopo un sequel mediamente riuscito (28 settimane dopo) si è guadagnato una produzione di tutto rispetto. Non vanifica l'occasione ma nemmeno è in grado di fare una differenza sensibile, soprattutto per alcuni cali vertiginosi che arrivano proprio sul più bello.
Un mostro senza volto perseguita un bambino e una bambina in due distinte situazioni, mettendo i loro genitori in subbuglio.
Soprattutto John (Clive Owen) che lo vede, lo affronta, ma per tutti gli altri pare un’invenzione di pura fantasia, tanto da far pensare che debba allontarsi da sua figlia per consentirle di guarire.
Toccherà a lui scavare nella memoria per salvare la sua bambina.
Pellicola che si snoda su due frangenti paralleli per buona parte della sua durata, e questo finisce col penalizzare parzialmente la narrazione, ma nonostante questo la storia sa toccare le corde giuste, soprattutto perché nella vita non vi è nulla di più sacro dei bambini, e ciò porta quindi ad una sorta di inevitabile, e fruttuosa, immedesimazione.
Si respira quindi una più che discreta tensione, il clima di incertezza è ricreato con buona abilità, i minuti scorrono e la sensazione di disagio cresce in maniera esponenziale, però, purtroppo, c’è un pesante “però”.
La parte conclusiva, che da un significato concreto alla doppia narrazione (che quindi assume un significato importante), è fin troppo fiacca, una risoluzione senza un minimo di nervo, deludente nonostante il richiamo ben ricamato col resto della storia.
Così quando serviva il colpo d’ala definitivo arriva invece un “harakiri” che debilita un film altrimenti ben costruito.
Un peccato mortale che non distrugge tutto il film, ma che comunque lo penalizza alquanto.
Rimane un prodotto “horror” onorevole che sa coinvolgere parecchio, ma che si dimentica l’abc delle regole della paura proprio sul più bello.
Avvicente, ma inevitabilmente monco.
Più che discreto il suo operato per 3/4 del film, purtroppo si arena pesantemente sul finale.
Ricrea comunque una discreta sensazione di tensione, peccato solo che non la sappia mantenere fino in fondo.
Personaggio interessante (tra il presente da padre in ansia e un passato rimosso), lui prodigo di partecipazione, fa di tutto per apparire credibile e risucchiato dalla vicenda.
Discreto.
Nei panni (ma in un scena si presenta anche senza ... panni) della madre della piccola "perseguitata".
Ruolo piuttosto ordinario, lei comunque offre un pò di sostanza.
Più che sufficiente.
Ruolo poco convincente e lui non può fare (o non riesce a fare) altro che adagiarcisi sopra.
Piccola parte.
Sufficiente.
Per essere una bambina mi ha lasciato una discreta impressione.
Attiva.
Si espone e ha un volto che ben si presta alla situazione.
Pienamente sufficiente.
Particina più che risicata, praticamente giusto un'apparizione.
E' il nonno della ragazzina.
Appare giusto un paio di volte.
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