Regia di Tate Taylor vedi scheda film
Sono gli anni 60 a Jackson, Mississippi, e non è solo l’afa a rendere irrespirabile l’aria dei quartieri residenziali. L’ipocrisia regna sovrana: le madri benestanti affidano pargoli, cucina e pulizia alle collaboratrici domestiche nere, le aiutanti del titolo, salvo poi trattarle come feccia umana. Aibileen, Minny, Yule Mae e le altre hanno cresciuto dozzine di bambini bianchi, ma sono costrette a usare un gabinetto di fortuna nel giardino, per non contaminare le toilette padronali. The Help è come le gonne delle sue protagoniste: variopinto, inamidato, lungo quel tanto di troppo. In America è stato un successo clamoroso, perché propone una versione edulcorata e facilmente digeribile di una pagina vergognosa della Storia Americana: favola disneyana bonificata da ogni forma di violenza, dipinge un Sud meschino ma non crudele, dove peccati e vendette si eseguono tramite torte al cioccolato e lacca per capelli. Lo script è prevedibile in ogni sua riga, eppure all’insipido Tate Taylor va riconosciuto il merito di aver messo insieme un cast femminile di fuoriclasse: nonostante la durata, non ci si stancherebbe mai di vedere all’opera l’intensa Viola Davis, l’energica Octavia Spencer (il doppiaggio la penalizzerà), la perfida Bryce Dallas Howard (la preferiamo cattiva, sempre), la svaporata Sissy Spacek. E, soprattutto, Jessica Chastain: luminosa, fragile, ingenuamente sensuale, pare la Monroe.
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