Regia di Tate Taylor vedi scheda film
A Jackson, nel Mississippi - uno degli stati americani a più alto tasso di razzismo - Skeeter (Stone) è una aspirante giornalista che, a differenza delle sue coetanee, si distingue per una tendenza all'anticonformismo e per l'uso della materia grigia. La ragazza, stufa di vedere le donne di colore maltrattate dalle benestanti bianche - per le quali prestano servizio come domestiche e come balie - decide di raccogliere una serie di interviste in cui, sotto pseudonimo, queste donne potranno raccontare tutti i soprusi di cui, nel tempo, sono state vittime, a cominciare dal fatto di non poter usufruire degli stessi servizi igienici delle loro "pardone". Le prime a farsi avanti sono Aibileen (Davis) e Minnie (Spencer) ma, sulla sponda opposta, dovranno vedersela con l'odiosa manipolatrice Hilly Holbrook (Bryce Dallas Howard).
Tratto dall'omonimo bestseller di Kathryn Stockett, il film di Tate Taylor è confezionato quasi come una soap opera assai convenzionale che spinge forte sul pedale del sentimentalismo. Ed è un vero peccato perché il tema avrebbe meritato di più, nonostante - indubbiamente - si lasci vedere con piacere a dispetto delle due ore e mezza di durata, imboccando la via più astuta per arrivare a un pubblico di massa con un tema di enorme rilievo.
Premio Oscar a Octavia Spencer per la miglior attrice non protagonista.
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