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La cosa

Regia di Matthijs van Heijningen Jr. vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La cosa

di alan smithee
6 stelle

Il mio vero problema in questo caso e' l'obiettivita': infatti molto spesso nei confronti dei film ad ambientazione artica (o antartica) non so proprio resistere e tendo all'esaltazione. Basta un'abile ripresa che sappia spaziare tra le immensita' quasi sacre di quei ghiacciai azzurri ed immacolati che subito le mie capacita' gia' fragili di giudizio vengono definitivamente compromesse. Senza voler parlare del film di Carpenter, bello, ammaliante e terrificante quasi come il primo Alien della famosa serie, altri prodotti decisamente minori e recenti come "30 giorni al buio" o addirittura lo stesso "Whiteout - Incubo bianco" mi sono risultati decisamente accattivanti e godibili fin ben oltre il loro effettivo valore. Il freddo insidioso ed assassino, la minaccia incombente che costringe alla difesa un gruppo reso fragile gia' da una situazione metereologica ostile, sono circostanze che intrigano molto la mia fantasia ed immaginazione e mi fanno dunque un po' perdere quel senso di imparzialita' che mi sforzo di adoperare nei giudizi che attribuisco.
In questo film la notizia buona e' che non si tratta - come fino a poco tempo fa (questione di ore) credevo - di un remake del remake, bensi' di un prequel del film di Carpenter. La vicenda infatti inizia proprio nell'82 (anno del film di quest'ultimo) col ritrovamento da parte di uno sventurato studioso, di una astronave aliena all'interno di un crepaccio tra le distese ghiacciate ed inospitali dell'Antartide. Per questo motivo un gruppo di scienziati ed esperti biologi si ritrovano nei pressi della piu' vicina base di ricerche per studiare i resti di un corpo alieno rimasto congelato in un blocco di ghiaccio. Naturalmente l'assideramento avra' breve durata e la protagonista (una convincente e dinamica Mary Elizabeth Winstead, quasi una nuova coraggiosa e parimenti umanissima Ripley/Sigourney Weaver) scoprira' in breve tempo che l'alieno e' in grado di riprodursi ad immagine e somiglianza della creatura che fagocita, generando inquietanti e voracissimi cloni. A quel punto inizia la vera parte riuscita del film, ovvero la corsa contro il tempo per fermare il mostro che nel frattempo miete vittime e si cela indisturbato all'interno di quacuno dei membri della squadra speciale, generando contrasti e lotte intestine tra i disperati sopravvissuti, sorpresi e vinti dal panico e dall'orrore. La tensione diventa palpabile, il ritmo sostenuto ed efficace, talvolta un soprassalto ci prende alla sprovvista (buon segno quando ci troviamo di fronte ad un horror che non parte avvantaggiato da una trama originalissima). Certo poi la parte finale nei pressi dell'astronave aliena e' piu' dozzinale, anche se il film ha tuttavia il pregio di riprendersi tra i titoli di coda, quando la vicenda viene abilmente "ricucita" sullo spettacolare punto di partenza del grande Carpenter, ovvero la famosissima scena dell'inseguimento del cane da slitta che molti di noi hanno impresso indelebilmente nella mente cinefila (e pure cinofila, in questo caso).
Insomma un buon prodotto di puro svago, durante la solita estate italiana di ordinaria apatia da avarizia (e/o codardia) distributiva, che caratterizza come sempre ed inevitabilmente il nostro misero cartellone estivo.

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