Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno Eddie Murphy avrebbe omaggiato Totò nella celeberrima lezione di scassinamento di cassaforte di I soliti ignoti? Brett Ratner, regista che certo non è un genio, sa però come si costruisce un meccanismo ad alta precisione spettacolare. Se la sceneggiatura fa leva sull’indignazione provocata dalle conseguenze della crisi finanziaria innescata da Wall Street per conferire uno sfondo emotivo credibile a una vicenda i cui antenati più celebrati sono Il caso Thomas Crown e Un colpo all’italiana, il film mette in scena un piacere del racconto e del gioco a incastri dichiarato sin dalle prime inquadrature riguardanti una partita a scacchi a distanza. Ben Stiller guida un assalto al cielo contro il finanziere suo ex datore di lavoro (Alan Alda) che lo ha frodato dei risparmi di una vita. Il capitalista malfattore, arroccato in un fallico grattacielo al centro di New York, esprime l’arroganza delle banche cui Ratner oppone un’artigianale imprenditorialità della rivalsa che rievoca sia Frank Capra sia le imprese guascone del Rat Pack di Frank Sinatra. Strutturato intorno a simbologie così evidenti che non bisogna nemmeno capirle per farle funzionare, il film è un gustoso riassunto di alcune delle rapine più spettacolari degli anni 70. Il cast, ovviamente, è strepitoso ma Téa Leoni (in originale la sua voce è sorprendente) ed Eddie Murphy meritano una menzione speciale.
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