Regia di Brett Ratner vedi scheda film
Ero reduce dalla delusione di quel blockbuster per famiglie che è "Real steel", concentrato (pompato) di qualche decina di luoghi comuni sulla Grande Nazione e avevo bisogno di qualcosa di molto diverso. Quando ho visto la locandina di questo film per poco non ho fatto salti di gioia, per almeno un paio di motivi. Primo: un cast da urlo. Secondo: a me i film dove una combriccola organizza un piano per "la grande rapina" mi hanno sempre intrigato da morire. Ma poi è sopraggiunto un elemento che mi ha stimolato qualche perplessità. Vale a dire: come il regista Brett Ratner avrebbe manovrato uno sfondo delicato e ingombrante come la Grande Crisi Finanziaria? Dopo un paio di tentativi seri e impegnativi (che credo in Italia non siano ancora arrivati) era forse la prima volta che ci si occupava della Crisi dall'ottica della comedy action. La riflessione è: "Si può scherzare sulla Crisi di Wall Street?". Si può allestire una commedia macchiata di action su un argomento così drammatrico? Ecco, questo era il problema che oscurava l'entusiasmo con il quale mi accingevo alla visione. Ho deciso che in ogni caso era un'esperienza da affrontare. Com'è andata? Cosa resta di quella visione dopo un paio di giorni? Devo dire che le mie apprensioni sono state sedate, nel senso che il film è diretto in maniera talmente professionale e con alto senso dell'intrattenimento, da far dimenticare il triste incombere del problema. Esso è scritto, diretto e recitato all'insegna di una brillantezza che scaccia ogni dubbio (diciamo così) "ideologico". Possiamo dunque concederci, senza alcun senso di colpa, questa godibile visione che tratta "il tema dei temi" secondo i criteri del grande entertainment hollywoodiano. E' spettacolo, è intrattenimento. Complice anche un commento sonoro assai funzionale e piacevole, avvertiamo un diffuso sapore di classicità. Ed è chiaro come il sole infatti quali sono i modelli che hanno ispirato i due sceneggiatori (tali Griffin e Nathanson)...un cinema di classe e di brillante qualità: "I soliti ignoti" del nostro glorioso Monicelli (ciao Mario!!) e "Ocean's eleven" di Soderbergh. E caso vuole che sia lo sceneggiatore Ted Griffin che Casey Affleck fossero presenti anche nel primo dei tre "Ocean". Va da sè che il film non è all'altezza dei modelli citati, sia perchè essi sono di fatto inarrivabili, sia perchè Ratner è sì un buon mestierante ma non certo un Autore di quelli che lasciano il segno. E dobbiamo a questo mestiere la buona tenuta del film, oltre che -soprattutto- ad un manipolo di ottimi attori che, assieme a diversi caratteristi, garantiscono le risate agli spettatori. Sugli attori nessun dubbio, qui sono tutti al loro meglio, come se la brillantezza dello script li galvanizzasse ulteriormente. Resta caso mai il dubbio su quale film (con un cast del genere!) ne sarebbe uscito fuori se al timone ci fosse stato un cineasta fuoriclasse (probabilmente un nuovo "Ocean's eleven"). Siamo a New York, ai nostri giorni. La location è un grattacielo in zona Central Park, che ospita un lussuoso condominio, dentro al quale ferve sempre un gran movimento, sotto lo sguardo bonario di un anziano portinaio in livrea. Josh è il capo del personale, ligio, fedele, rigoroso e preciso sotto il cui controllo lavora una moltitudine di dipendenti di quel condominio (chiamato "The Tower"). All'ultimo piano ha sede il super attico di Arthur Shaw, magnate della finanza (interpretato da un sublime Alan Alda), che qui è reso in maniera superlativa, con tutte le sfumature di uno squalo di Wall Street, con risvolti diabolici che comprendono l'intelligenza, la furbizia, il cinismo (tanto!) e inoltre un insopportabile paternalismo con il quale blandisce persone come Josh, spesso umiliandolo mascherandosi dietro un fastidioso atteggiamento di ampollosa (finta) cordialità. Va poi notato che questo nababbo con piscina sul tetto del grattacielo, di mano in mano che il cerchio della Legge si stringe attorno a lui, muta progressivamente atteggiamento, mostrando che dietro la facciata del self made man si nasconde un delinquente aggressivo e privo di ogni codice morale. All'inizio della vicenda assistiamo ad un rocambolesco tentativo di fuga del personaggio che viene però bloccato dalla Polizia ed accusato di truffa fraudolenta ai danni di una moltitudine di risparmiatori. A quel punto si viene a sapere che tutti i dipendenti del condominio avevano affidato a Shaw la gestione dei loro fondi pensione, che erano regolarmente andati in fumo. Avendo motivo di supporre che Shaw -pur inchiodato agli arresti domiciliari- nasconda un tesoro in un luogo segreto, Josh (anch'egli tra i truffati) si impegna solennemente a recuperare il maltolto e a restituirlo ai poveri cristi dipendenti della "Tower". Josh forma allora, con un pugno di colleghi, una specie di comitato d'azione cui si aggiunge un Eddie Murphy, il quale dovrebbe rappresentare "il professionista del crimine" ma in realtà si rivela un ladruncolo scalcagnato. La missione va in porto? Shaw pagherà? Al di là del finale sul quale non intendo spoilerare, diciamo che il film si conclude con due sorprese, una buona e una cattiva (ma quella buona è per lo spettatore molto liberatoria!). E per finire, il punto di forza dell'opera, un cast spettacoloso, con una parata di star delle quali nessuna è sottotono. BEN STILLER non perde un colpo, ed è praticamente presente in ogni inquadratura. EDDIE MURPHY (che peraltro ha co-prodotto il film) è straordinario nel calibrare la propria esuberanza; contrariamente al solito qui non deborda, gigioneggia lo stretto necessario. CASEY AFFLECK è misuratissimo, credibile, azzeccato. MATTHEW BRODERICK perfettamente in parte. TEA LEONI autorevole. JUDD HIRSCH, caro veterano ebreo di Hollywood sempre in forma. MICHAEL PENA, praticamente l'ispanico più richiesto di Hollywood, ormai un prezzemolino. E per ultimi due miei beniamini. ALAN ALDA, un fuoriclasse che adoro dai tempi di MASH, uno dei più grandi di Hollywood, un attore che può permettersi ormai qualsiasi ruolo. E infine la mia amatissima GABOUREY SIDIBE, la ragazza nera sovrappeso rivelatasi clamorosamente con "Precious"; in questo ruolo un pò aggressivo è fortissima: vederla nella breve sequenza in cui ammicca a Eddie Murphy chiedendogli se è sposato, non ha prezzo. Concludendo. Grandi attori. Grande intrattenimento. Grande spettacolo.
PS 1 : La Crisi è una cosa seria. Ma anche il cinema lo è, quando è fatto bene. Anche se è "solo" una comedy action.
PS 2 : Da segnalare i titoli di testa, in cui appare una piscina davvero molto speciale...
PS 3 : Spesso al cinema la colonna sonora è invadente, ma qui curiosamente accade il contrario: essa è magnifica (un funky jazzato delizioso) al punto che la si vorrebbe ascoltare ad un volume più alto...
Voto: 9
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