Regia di Jaume Balagueró vedi scheda film
Una storia di orrore, tensione, alienazione, perfettamente interpretata dal bravo Luis Tosar. Il cinema spagnolo si rivela sempre foriero di gradevoli sorprese.
Le produzioni spagnole confermano la loro eccellenza nel genere horror, meglio ancora se - come in questo caso - con retrogusto psicologico. Tosar è perfetto nel ruolo del maniaco pervertito, riuscendo a camuffare di normalità un disagio profondo ed esteriorizzarlo attraverso un'opera di stalking continua e asfissiante. Il suo portiere è all'apparenza una persona perbene ma di notte si intrufola nell'appartamento della solare inquilina del palazzo con uno scopo precipuo: toglierle quel cazzo di sorriso. Sì, perché, Clara è l'unica persona felice del palazzo; l'unica che non nasconda turbamenti. È innamorata, realizzata, positiva. Così lui mina questa felicità, un pezzo per volta, osservandola nel buio, studiandola, alterando il suo ambiente e la sua persona fino ad arrivare al gesto estremo che la sconvolgerà nel finale.
Un film che racconta in qualche modo le dinamiche sociali, l'alienazione e lo fa attraverso l'orrore. Un soggetto che avrebbe fatto il suo figurone anche tra le pagine dell'eroe di Tiziano Sclavi.
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