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È stato il figlio

Regia di Daniele Ciprì vedi scheda film

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La recensione su È stato il figlio

di zombi
8 stelle

probabilmente la parte che più mi ha lasciato freddo e anche un pò irritato, è stato l'inizio con tanto di ballo alla "tano da morire" sul barcone inclinato. poi il comico grottesco lascia lentamente e inesorabilmente spazio al dramma cinico di un certo cinema che è caduto un pò in disuso. non potendo eliminare la mafia, hanno istituito un fondo per "rimborsare" i parenti delle vittime innocenti di mafia. in "panni sporchi" di bertolucci, c'è un dialogo tra un ferroviere terrone e uno de milan, dove il terone dice all'altro: "quando non sapete cosa dire su di noi, vi riempite la bocca con quella parola, che manco sapete cosa vuol dire". dietro c'era un discorso in fin dei conti razzista, ma era il 1980 e si pensava che la mafia fosse una componente tipicamente del sud italia. ciprì affonda a piene mani in una situazione che sembra assurda, ma che alla fine diventa tipica. un delitto di mafia, o comunque di criminalità, diventa un fatale incidente in cui a rimetterci è una bimbetta indifesa di un quartiere disagiato e povero. lì molti come lavoro, in nero, smontano i pezzi delle grandi carcasse di navi arrugginite, arenate. l'alternativa a quella vita di stenti e da fame, è quella scelta da masino, e cioè diventare un rispettabile boss di quartiere, per fare carriera un domani. un'altra alternativa alla miseria è quella di fare richiesta allo stato del fondo per i morti ammazzati di mafia. le caratteristiche ci sono tutte, ma i soldi non arrivano. si indebitano con uno strozzino che ha due identità in una, cinicamente-tv queer, e quando finalmente la pretura chiama per avvertire che i soldi sono arrivati si comprano un oggetto di lusso per mostrare a tutti che sono diventati signori. ciprì affonda le dita nell'impasto maleodorante di cui è fatta questa storia, plasmandola a suo piacimento con l'aiuto di un provvidenziale toni servillo, che oltre ad illuminare il film, lo ha reso sicuramente più visibile al grande pubblico. ottimo anche fabrizio falco, tanto di(s)messo da farlo deflagrare nel finale inatteso eppure neanche castro-errain-ianamente  tanto. comunque da vedere.

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