Regia di Daniele Ciprì vedi scheda film
Una sorta di "favola" alla palermitana,figlia del "Cinico tv" che fu,(o cu fu) l'esordio registico di Daniele Cipri' parte da qui,in una Palermo anni 70/80 in odore di mafia.La famiglia Ciraulo è di quelle sottoproletarie di pasoliniana memoria o se vogliamo una sorta di umanita' che un po rassomiglia ai baraccati di "Brutti,sporchi e cattivi".Siamo in un ufficio postale in cui un uomo dall'esistenza anonima intrattiene le attese raccontando una "favola" di una volta,la famiglia Ciraulo appunto come protagonista.Servillo padre,moglie,IL FIGLIO Tancredi,la figlioletta Serenella e i nonni.Un humus familiare che campa come puo',in palazzoni decadenti e puzzolenti,la gita domenicale al mare,il lavoro in uno scasso di ferraglie...si tira avanti come tante famiglie del sud,fino a quando una pallottola vagante che puzza di mafia trafigge la piccola Serenella.Ed è qui che parte la storia,tra soldi rese alle vittime di mafia che "non arrivano" e crediti resi ad usurai,fin quando i soldi arrivano e si spe(A)ndono in una spesa di enorme futilita':IL MERCEDES,nuovo di zecca,simbolo di riscatto sociale...un ambizione che aliena l'esistenza del capoclan Nicola.Il padre adotta la MERCEDES come la figlioletta che fu,dedicandole ogni attimo e dimenticandosi del resto.Ma anche le auto "rischiano" la "Vita",ed è qui che ci si spinge oltre fino ad un amaro e triste epilogo,una tragedia greca di quelle meridionali,dove un giovane timido ne è vittima (IN)consapevole a scapito di un cugino gia' BOSS che ha il guadagno facile e puo' mandare avanti LA FAMIGLIA."E' stato il figlio" è un po il reflusso della commedia italica di una volta,di quelle dove le amarezze e le tristezze della vita son trattate con fondo ironico e grottesco.Bisogna dire che rispetto ad altri prodotti della cinematografia italica odierna questo film gode di ottima qualita' sia registica che attoriale.Cipri' ci ha messo del suo,sopratutto nel tratteggiare luoghi,facce e situazioni intrise di grottesco alla CINICO TV.Un sottofondo sarcastico",melancomico" in cui si evince il decadimento culturale e sociale dell'Italia d'oggi.L'edonismo e il danaro sono i padroni delle nostre esistenze a cui si sacrificano gli anelli deboli della catena.Un film convincente sopratutto nelle interpretazioni in cui giganteggia il gran Servillo,siculo irresistibile,mattatore incontrastato in ogni passaggio.Ottimi Alfredo Castro e il giovane Tancredi/Falco,bisogna dire che nonostante i temi gia' visti e scontati,l'opera rende bene i messaggi e le idee,e in barba alle solite critiche Cipri' ha svolto un ottimo lavoro che emoziona e lascia il segno....fossero tutti cosi' i film italiani non staremmo a parlare di crisi di cinema......
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