Regia di Mario Martone vedi scheda film
Gli ultimi giorni del professore di matematica Renato Caccioppoli, suicidatosi l’8 maggio 1959, vengono ricostruiti attraverso i suoi contatti con il fratello, con la ex moglie, con gli allievi e con i compagni del PCI, in “un racconto corale che lo riflette come uno specchio in frantumi” (Morandini). Il film non cerca di rendere simpatico il protagonista, e va bene, ma non riesce neanche a renderlo interessante: viene fuori il ritratto di un personaggio scontroso, scostante, antifascista più per dandismo che per seria convinzione politica, alcolizzato per noia, che ha consapevolmente fatto scialo del proprio genio scientifico e persegue la propria autodistruzione con totale indifferenza; una specie di Michele Apicella un po’ meno logorroico ma un po’ più stronzo. Si ha la sensazione che questo fosse anche il giudizio di chi lo conosceva; sebbene poi, nella scena finale al cimitero, ipocrisie e opportunismi suggeriscano parole più benevole.
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