Regia di Jacques Levy vedi scheda film
PRIMA DI TUTTO UNA PRECISAZIONE. a me risulterebbe che il regista sia GUILLAUME MARTIN AUCON e non quello accreditato dalla scheda di Film Tv. (James Levy e stato infatti il regista teatrale ma non quello della versione cinematografica), del testo scritto (o meglio coordinato).da Kenneth Tynan (a cui impropriamente è attribuito in toto) che debuttò a Broadway nel 1969 e che riscosse un successo cosi grande da farlo rimanere perennamente in scena per ben 17 anni..
Successo anche per il fatto che era allora oggettivamente "scandaloso" non solo per quel che dice (il linguaggio è molto esplicito e diretto), ma anche e soprattutto per il fatto che gli attori (dieci uomini e dieci donne) recitavano spesso completamente nudi, e questo fu sufficiente per richiamare frotte di pubblico soprattuto borghese e acculturato inneggiante a questo manifesto della liberazione del costume.
Trasposto in immagini cinematografiche e persa la morbosità voyeristica che aveva avuto sul palcoscenico, si riduce però davvero a poca cosa e la provocazione si annacqua notevolmente rimanendo confinata nel filone un poco pernissivo (ma non troppo) allora particolarmente in voga nel cinema (chiamiamolo underground?) americano.
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Il film (come il testo teatrale) è composto da 10 episodi che hanno come comune denominatore il sesso (alla loro definizione collaboraono - come scrittura - molti nomi celebri della letteratura, da Samuel Beckett a Sam Shepard ,per citare i due primi nomi che mi vengono a mente).e il loro contributo fu sicuramente interessante giocando com'è sull'ironia e il paradosso di molte situazioni, ma non così tanto da nobilitare l'opera fino in fondo (anche perchè la regia - parlo della pellicola - è davvero povera di invenzioni e di idee).
Vista adesso, è un'opera assolutamente innocua che può farci solo sorridere per l'ingenuità dell'assunto.e resta poco più di un curioso reperto che ci fa ben comprendere quanti progressi si sono fatti (e per fortuna) anche sotto il profilo sessuale (ma per capirne meglio l'essenza, bisognerebbe ritrovare in rete la versione originale, il DVD d'importazione per intenderci, che è integrale, perchè nella nostra povera Italia bigotta e clericale, il film fu sì distribuito in sala, ma ampiamente sforbiciato - massacrato si potrebbe dire - dai pesantissimi interventi censori.Si utilizzò anche il doppiaggio per annacquarne ulteriormente il senso del provocatori testo di partenza, stravolgendolo notevolmente e rendendolo così innocuo.
Un'ultima curiosità: come ci ricorda anche il Mereghetti, il titolo non si riferisce alla città indiana, ma è al contrario un gioco fonetico mutuato,dal francese: "O quel cul t'as" (in italiano "Che bel culo che hai!")..
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