Regia di Alastair Fothergill, Keith Scholey vedi scheda film
È questione di punti di vista. Da una parte le immagini documentarie della riserva naturale Masai Mara in Kenya. Dall’altra la voce off di Claudia Cardinale (in originale di Samuel L. Jackson) che trasforma inquadrature apparentemente neutre (il primo piano di un leone, la corsa di un ghepardo) costruendoci storie esistenziali di amore materno, dolore, vecchiaia. Effetto di continua e incontrollata ridondanza a cui contribuiscono anche le musiche di Nicholas Hooper, a sottolineare momenti quasi da melodramma con il branco che si allontana dalla leonessa o la trasformazione del territorio con lotte familiari e di potere quasi shakespeariane, amplificazioni dei suoni della natura e minacce che restano spesso nascoste nel fuoricampo. Il ciclo dedicato alle meraviglie naturali griffato Disney stavolta è lontano dai precedenti lavori di Alastair Fotherghill (qui coregista con Keith Scholey) rispetto ai mutamenti climatici e la sopravvivenza animale di Earth. La nostra Terra o gli oceani di Profondo blu. Restano solo squarci di temporali, dettagli anatomici, cattura di gazzelle o zebre, accerchiamenti tra specie diverse, unico materiale che appare autentico, mentre l’alternanza di montaggio fa vedere storie alimentate da illusioni ralenti o d’enfasi narrativa che sottolinea il pericolo e la sopravvivenza. Senza nessuna provocazione, l’Africa di Il Re leone appare più vera.
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