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Fright Night. Il vampiro della porta accanto

Regia di Craig Gillespie vedi scheda film

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La recensione su Fright Night. Il vampiro della porta accanto

di Paul Hackett
2 stelle

In un'angosciante cittadina nei pressi di Las Vegas (quattro case in croce in mezzo al deserto dove, comicamente, tutti si spostano in automobile per percorrere palesemente pochi metri) si trasferisce Jerry Dandridge, feroce vampiro in incognito (eh, certo: per un mostro succhiasangue non c'è luogo migliore in cui nascondersi di un buco nel quale non succede mai nulla e dove, presumibilmente, anche la scorreggia di un moscerino risuonerebbe come un tuono, figuriamoci la sparizione di qualche abitante "pasteggiato" da un non-morto). Intuita la vera natura del nuovo vicino di casa, il giovane nerd Ed mette immediatamente in guardia l'amico Charley Brewster che, dopo un primo momento di incredulità, ingaggia una terribile lotta per la sopravvivenza con l'essere infernale... seguono sbadigli. Ennesimo, deplorevole, remake/profanazione di un classico horror anni '80, ad uso e consumo di una generazione di adolescenti convinta, per una sorta di personalissima visione creazionista, che il mondo prima dei social network e della PS3 non esistesse e, in questo modo, rifiutando totalmente l'esistenza dei film anteriormente al 1999, per fruire di cinema ha bisogno che questo gli venga masticato e rigurgitato secondo i canoni estetici dei finti reality di MTV (e, mi raccomando, clicca su "mi piace" prima che lo facciano i tuoi amici!). L'originale "Fright Night" ("Ammazzavampiri", nella versione italiana) era un gioiellino di teen-horror diretto da Tom Holland (sceneggiatore/regista che ebbe un breve momento di notorietà alla fine degli anni '80, grazie proprio ad "Ammazzavampiri" ed alla terribile e bastardissima "Bambola assassina" Chucky), che si faceva perdonare dei dialoghi abbastanza cretini (temo peggiorati dal doppiaggio) e un numero indefinito di incongruenze e buchi di sceneggiatura, con tanti brividi, personaggi azzeccati ed il sapore inconfondibile dell'opera di ottimo artigianato, tanto da guadagnarsi un (invero mediocre) sequel e progressivamente raggiungere l'invidiabile status di opera di culto. Questo remake del 2011, diretto dal non trascendentale australiano Craig Gillespie (un po' di tv e non molto altro nel suo curriculum), dell'originale conserva fedelmente solo la stupidità dei dialoghi (qui implementata alla massima potenza) e i buchi di sceneggiatura: per il resto è un vero disastro, a cominciare da effetti speciali mediocri e un vampiro/macchietta interpretato da un (al solito, purtroppo) imbarazzante Colin Farrell (anche il resto del cast, per la verità, pur di buon livello, non brilla particolarmente, forse per la pochezza del materiale su cui lavorare). Particolarmente risibili gli "aggiornamenti" scelti per modernizzare la storia e che riescono solo a renderla più incongrua: il Peter Vincent "originale", interpretato dall'elegantissimo e compianto Roddy McDowall, era una sorta di metafora dell'horror classico che si ritrovava a fronteggiare la minaccia di un vampiro "moderno", ed era un personaggio che s'inseriva magnificamente nella vicenda narrata... il "nuovo" Peter Vincent è solo una sorta di clown, il cui ruolo, nell'economia del film, è del tutto posticcio ed insignificante. Non convince nemmeno la Amy del remake, una insipida sciacquetta biondina interpretata dall'inglesina Imogen Potts, laddove l'originale, interpretata da Amanda Bearse, nella sua "vampirizzazione" da parte del succhiasangue Jerry Dandridge (un fascinoso Chris Sarandon, presente nel remake con un cameo) assumeva connotazioni estremamente erotiche e sensuali. Non convince nemmeno il "nuovo" Ed Thompson, caratterizzato come un pedante nerd dal bravo ma sprecato Christopher Mintz-Plasse. Davvero imbarazzante, infine, l'aggiunta dell'inseguimento in auto in compagnia della mamma di Charley (l'altrettanto sprecata Toni Collette, forse coinvolta nel progetto da Craig Gillespie, già regista di alcuni episodi di "The United States of Tara", il serial comico interpretato dall'attrice australiana). In attesa della prossima, inevitabile, profanazione di un altro classico dell'horror, archiviamo "Fright Night" con un voto congruo: una stella, non potendone dare di meno.

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