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L'arte di vincere. Moneyball

Regia di Bennett Miller vedi scheda film

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La recensione su L'arte di vincere. Moneyball

di tobanis
10 stelle

Un film sportivo molto molto bello. Tratto da una storia vera, ambientato nel baseball USA, racconta lo storia di questo direttore sportivo che, dato che sono una squadra minore, forte ma senza soldi, dove ogni anno i migliori partono (una specie di Udinese), escogita un modo geniale, assieme a un ragazzo, di comprare gente forte e sottovalutata, facendo entrare con forza nelle valutazioni matematica e statistiche. Diresti mah, mi pare una cazzata, come gli dicono i suoi assistenti, se poi i risultati non fossero stati così incredibili (storici) e se appunto il tutto non fosse vero.
Lui è Brad Pitt, bravo e intenso come poche volte. Il ragazzo genietto dei numeri è un perfetto Jonah Hill, volto che si comincia a vedere. Il resto è contorno, compreso Seymour Hoffman, relegato a un ruolo secondario.
Fatto molto bene senza neanche spendere troppo, questo film è tra i migliori in ambito sportivo, di sempre. Tanto che sono incerto tra l’8 e il 9. Non sono l’unico a essere contento di questo film (tranne che il mondo femminile, che l’ha apprezzato meno dei maschi, in ogni fascia d’età di spettatrice). L’Oscar l’ha candidato a 6 statuette, tra cui migliore film, attore, attore non protagonista, e ovviamente la sceneggiatura. Sì, perché se anche non bastasse la storia vera, i dialoghi e tutta l’impalcatura sono ai massimi livelli, perché ogni tanto qualcuno si ricorda che un film, per essere un bel film, deve ALMENO avere una sceneggiatura che non faccia proprio cagare, meglio se è una figata. Giusto allora affidarla a dei grandi professionisti, Zaillian (Schindler’s list, Sotto il segno del pericolo, Gangs of New York, American gangster, etc…) e Sorkin (The social network).
Film senza costi eccessivi e senza incassi notevoli, così va la vita.

Su Bennett Miller

Però, complimenti!

Su Brad Pitt

Ottimo, intenso, bravo

Su Jonah Hill

Perfetto, sto ragazzo lo seguo da tanto, dai film demenziali, e qua ce n'è, di talento

Su Robin Wright

Parte insignificante

Su Philip Seymour Hoffman

parte talmente minore che è completamente sprecato

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