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L'arte di vincere. Moneyball

Regia di Bennett Miller vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su L'arte di vincere. Moneyball

di Paul Hackett
6 stelle

La storia del gm degli Oakland Athletes Billy Beane (così come raccontata nel libro di Michael Lewis "Moneyball") e dei suoi tentativi di innovare il managing di una squadra di baseball basandosi su criteri statistici e scientifici, piuttosto che sul fallibile fiuto degli scout professionisti. Tradizionalmente ostico per il pubblico europeo, il cinema di baseball vanta in America una solida tradizione, confermata dalle tante (e diciamolo: inspiegabili) nomination ad Oscar e Golden Globe (con zero premi) guadagnate da "L'arte di vincere", che personalmente archivierei come una discreta ma alquanto irrisolta pellicola di genere, che inizia in maniera davvero scoppiettante per poi ammosciarsi inesorabilmente e sbracare in una seconda parte francamente loffia. Buono il cast: non ho mai amato Brad Pitt ma qui, tutto sommato, se la cava benino, bravo Jonah Hill (che però ripete in maniera forse troppo pedissequa il personaggio catatonico da lui impersonato in "Cyrus"), un po' sottoutilizzato il grande Philip Seymour Hoffman. In qualche modo "classica" (ma anche priva di grandi guizzi) la regia di Bennett Miller. Voto sufficiente.

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