Regia di Bennett Miller vedi scheda film
Cinema sportivo in tempi di crisi, "Moneyball" ne è un interessante esempio. Biopic romanzato di un general manager intenzionato a rivoluzionare uno sport- il baseball - a botte d'idealismo, voglia di riscatto e studi statistici. Billy Beane è infatti uno splendido perdente, uno che ha consacrato la propria vita in nome di uno sport che troppo presto ne ha stroncato le aspettative da protagonista direttamente sul campo, costringendolo ad una posizione dietro le quinte, fuori dagli spogliatoi. Crea la squadra, ne elabora la strategia per il campionato, risolve problemi. Il più difficile però rimane quello di ripartire da zero con un budget ridotto, ridottissimo. Il film di Bennett Miller si segue tutto d'un fiato e non perché abbia delle sequenze agonistiche e di gioco eccezionali, anzi. Quello che appassiona è l'incredibile sequenza di calci in bocca che il protagonista si trova a prendere senza sosta sino al momento della riscossa, il suo crederci ed insistere a tutti i costi nonostante lo scetticismo di un intero ambiente. Nulla di innovativo da un punto di vista cinematografico ma il film sa come mantenere i piedi per terra relegando il sentimentalismo alla sfera familiare ma lasciandolo fuori dal campo di gioco dove continuerà ad imperare la legge del più forte. L'empatia c'è, la notevolissima prova di un Brad Pitt che mastica tabacco e sputa a destra e a manca aiuta. Il resto del lavoro lo fa l'istintiva simpatia suscitata da un personaggio al quale tutto e tutti sembrano voler sbattere la porta in faccia. Aggiungiamoci l'assistente nerd ed in carne di Jonah Hill, il burbero allenatore vecchio stampo di Seymour Hoffman e "Moneyball" ha tutte le carte in regola per incuriosire e lasciare un segno del suo passaggio. Una favola imperfetta e al passo con i tempi, scritta da un premio Oscar - Aaron Sorkin - che è perfettamente a conoscenza del fatto che nella partita fra soldi e sogni, il risultato è sempre a favore della squadra di casa.
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