Regia di Bennett Miller vedi scheda film
Se un gioco va avanti da anni,decenni secondo certe regole,e canoni,come pensare di riuscire a distinguersi e vincere qualcosa se siamo senza i mezzi adatti a giocarsela alla pari con i campioni? Ispirandosi alla storia vera di Billy Beane,un General Manager di una squadra di baseball di medio budget,"Moneyball" racconta come un metodo nuovo di pensare la gestione di una squadra può influire non solo sullo specifico sport,ma su tutti,tagliando e investendo in corsa,cercando di capire cosa appesantisce il team e cosa lo migliorerebbe,cambiando ruoli e rischiando sugli uomini. E' anche una storia sulla necessità del coinvolgimento in quello a cui si lavora,visto che il protagonista è un personaggio che non guarda le partite giocate,ma le ascolta in radiocronaca,e non viaggia con la squadra:diretto dal regista di "Truman Capote:a sangue freddo",Bennett Miller,ne ripresenta pregi e difetti.Se da una sceneggiatura di nomi molto quotati quali Steven Zaillian ("Schindler's list") e Aaron Sorkin ("The social network") ricava buoni dialoghi,un'attenta costruzione dei caratteri e un'accurata ricostruzione d'ambiente, la regia a volte si fa sorprendere in tempi morti,una durata tutto sommato eccessiva della narrazione,e,ma questo è forse dovuto alla nostra tendenziale estraneità al baseball,ci sono troppi tecnicismi e tatticismi nei discorsi per non far sorgere un pò di noia. Pitt fa un discreto numero,ma se dovevano candidarlo per l'Oscar sarebbe stato molto meglio per il ben più complesso ruolo sostenuto in "Tree of life",e un pò sprecato appare Philip Seymour Hoffman nel ruolo laterale dell'allenatore che non assimila i cambiamenti imposti dal manager.Come insegnano molte cose,se al protagonista non riesce di centrare ogni obbiettivo,i suoi metodi faranno comunque scuola e serviranno a migliorare lo sport,ma,appunto,non solo in tale ambito le cose funzionano così.
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