Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Penso che questo sia uno di quei film di cui parla il critico inglese Mark Kermode, quando dice che usciti dalla sala non si è in grado di avere un'opinione definitiva su quello che si è visto (http://www.bbc.co.uk/blogs/markkermode/2012/03/make_your_mind_up.html). Infatti, se da una parte l'interessante film di Faenza rivela tutto il suo slancio lirico, oserei dire poetico, nel descrivere questo saturnino Werther dei nostri giorni, dall'altra la poesia che ribolle sotto le immagini viene declinata in una forma esangue, sciatta, in alcuni punti inopinatamente brutta. Sembra che Faenza abbia messo passione e sincerità nel ritrarre questa figura di ragazzo - molto più veritiera di mille pellicole mocciane -, senza però essere riuscito del tutto ad evitare un ritmo ed una regia insopportabilmente televisivi: in altre parole, questo trasporto così evidente (i punti in cui l'espressività è intensa sono molti, ma discontinui) non si traduce in uno stile adeguato alla sua importanza.
Rimane un Toby Regbo incantevole, un accompagnamento musicale affascinante e una sensazione di grande occasione mancata.
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