Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
In un paesino di montagna si incontrano Marina e Manfred. Lei è in vacanza per un mese con il figlioletto, per riposarsi; lui è una taciturna guida del posto. La scintilla fra i due scocca in seguito a un incidente domestico nel quale rimane ferito il bambino di Marina; Manfred è però convinto che sia stata proprio la madre a causare l'incidente. Ma la tensione amorosa viene rotta sul più bello da Albert, fratello minore di Manfred, che una sera si mette in testa di voler conquistare la donna.
Melodramma a Cogne. Quando la notte è la storia di una donna che, in un periodo di grave stress, mette volontariamente in pericolo di vita il suo figlioletto (Cogne); l'irruzione di un uomo taciturno e fascinoso nella sua vita, però, cambierà il corso degli eventi nonchè il senso del film, deturpandolo verso il melodramma più bieco, più vuoto di contenuti. Tratto dall'omonimo romanzo della stessa regista, con una sua sceneggiatura scritta insieme a Doriana Leondeff, questo è il decimo lungometraggio a soggetto per la secondogenita di Luigi Comencini, che, come già si era notato in passato (Matrimoni, Liberate i pesci!), ottiene i risultati migliori nella produzione leggera. Claudia Pandolfi e Filippo Timi sono i due protagonisti centrali della pellicola: indubbiamente più convincente la prima, nonostante il carattere malamente irrisolto del personaggio affidatole (non che quello di Timi sia molto più centrato, sia chiaro); fra gli altri interpreti: Michela Cescon, Thomas Trabocchi e Denis Fasolo. Se la confezione regge (fotografia di Italo Petriccione, montaggio di Francesca Calvelli, musiche debitamente mielose di Andrea Farri), le perplessità sui contenuti sono però inevitabili. 3/10.
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