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Quando la notte

Regia di Cristina Comencini vedi scheda film

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La recensione su Quando la notte

di maso
6 stelle

La Comencini sale su una montagna rosa, nella notte nera sotto la neve bianca bombarda il suo pubblico con il piagnisteo continuo di un bambino e così facendo ci fa esclamare: - Ma come fa Marina a non strangolarlo quel moccioso frignante? -

Una macchia di sangue rosso all'improvviso giace sul pavimento, e non solo lei: madre e figlio sono ora in silenzio con le braccia tese verso la morte, verso il silenzio della montagna.

Fare la mamma non è un mestiere facile, è più facile fare la guida in montagna fra crepacci insidiosi che si vedono senza la neve sopra, più insidiosi con la neve sopra che li nasconde, mortali se ci metti i piedi sopra, mortali come un incidente domestico, rifugio della mente tormentata dall'urlo isterico di un bambino di due anni, Manfred rompe il silenzio scardinando la porta con un piede di porco, attrezzo comodo al fratello più giovane che potrebbe usarlo a cena sotto il tavolo o ballando in baita, ma non si può fargliene una colpa perchè Manfred sceglie il modo più sbagliato per fare il romantico con Marina che oltre ad avere due belle tettine al contrario di quel che dice lui ha anche il coaggio di svelare il suo folle gesto mentre passeranno almeno quattordici anni prima che quel sentimento finito in un crepaccio della notte torni in vetta zoppicando e non durerà che il tempo di una intensa nevicata, di una fermata d'autobus, di due funivie che si incrociano nella scena migliore del film come quando sei alla stazione e il tuo treno diretto ad Oslo incrocia l'espresso per Catanzaro con una misteriosa fata immersa nei suoi pensieri che non conoscerai mai.

La Comencini colpisce l'occhio e l'anima ma non il cuore con la sua storia d'amore a distanza allontanata dal tempo e dalla morale, la follia della donna e il disagio mentale di iniettarsi l'inchiostro con gli aghi è qui accentuata dall'arrivo delle cicogne che in rari casi ma purtroppo accertati sfocia in tragedie tipo Cogne, lassù fra le montagne dove tutto sembra ovattato dai fiocchi di neve è facile confondere le prove anche quando il danno appare lieve ma non nelle pieghe del cuore.

La Comencini è donna sensibile e fondamentalmente annoia e sbadiglia solo quando organizza feste in baita, Timi sbraita contenuto e la Pandolfi si contiene un po' troppo ma è comunque una delle attrici che più apprezzo nell'arco alpino italiano e la sua ondeggiante interpretazione di Fotoromanza mi riporta alla mente quella donna bambina tipica italiana che pur dovendo fare la mamma sogna ancora una bomba all'hotel o un gelato al veleno.

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