Regia di Alexander Payne vedi scheda film
La iella non guarda in faccia a nessuno: se decide di colpire, anche i ricchi cascano sotto i suoi "amari" colpi. Mega produzione americana che, come consuetudine, punta tutto agli estremi. Clooney proiettato in un universo lacrimevole, ma ben poco convincente dato l'ambiente elitario del tutto estraneo allo spettatore comune.
L'avvocato Matt (George Clooney) ha tutto dalla vita: moglie, figlie e solidità finanziaria. Finché un tragico incidente lo vede costretto ad assistere la moglie, rimasta tragicamente in coma. In questa infelice circostanza, dopo confessione di una delle due figlie, Matt viene a sapere della relazione extraconiugale tenuta dal coniuge con un agente immobiliare che decide di incontrare, affrontando un lungo viaggio.
Anche i ricchi piangono, e non solo: anche i ricchi belli vengono traditi. L'idolo "maturo" del pubblico femminile, George Clooney, per l'occasione è destinato a ricoprire un ruolo drammatico, tragico, talmente iellato da sfociare addirittura nello "sfigato". Affermato economicamente, ma povero di affetti in un nucleo familiare a dir poco avverso. Sentimentalmente proprio non ne azzecca una giusta, arrivando a tirarsi l'antipatia di chiunque lo circondi, figlie comprese. E questo alone di "iella" che ruota attorno al personaggio di Matt buca lo schermo, arrivando a nauseare anche lo spettatore.
Ci troviamo di fronte al classico blockbuster americano (il budget è pari a 20.000.000 di dollari) che ipocritamente vuole trattare di questioni "umane" (affetti, famiglia, amore e tradimento) in un "Paradiso", che è unicamente fondato sulla sovrabbondanza di denaro. Nello stile di queste mega produzioni la messa in scena predilige scenari, ambienti (e interpreti) destinati a livelli inarrivabili per l'uomo comune, costretto a barcamenarsi quotidianamente con questo tipo di problematiche e, in aggiunta, con quelle economiche (in situazioni amare anch'esse, ma ambientate all'Inferno della quotidiana sopravvivenza). Diventa pertanto impossibile empatizzare con i personaggi che si muovono in un contesto di falsa e mediocre verosimiglianza.
Paradiso amaro è ben girato e propone scenografie curate e visivamente affascinanti. E d'altra parte, con 20.000.000 di dollari, diventa difficile - per non dire impossibile - ottenere un risultato mediocre da questo punto di vista. Ciò non toglie che l'esito del film sia deprimente, con un finale che dovrebbe strappare qualche lacrima ma che, paradossalmente, giunge liberatorio, facendo tirare un sospiro di sollievo allo spettatore che, più che di avere assistito ad una storia che si sviluppa in un Paradiso, resta con la sensazione "amara" di aver perso tempo. Perso tempo per avere seguito controvoglia ad un dramma dove regna la falsità dei buoni sentimenti. E l'insencerità, la finzione, la doppiezza di una morale dorata. Una morale indebolita dalla mentalità benestante, impregnata di menzogne.
"Ognuno perde quel poco che ha: i poveri i loro soldi, la classe media la sua sicurezza, i ricchi la loro dignità." (Tobias Gruterich)
Trailer
F.P. 24/06/2020
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