Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Uno dei primissimi lavori del giovane Roman Polanski, a quel tempo ventiseienne e proprio in quell’anno (1959) diplomato alla Scuola nazionale di cinema di Lodz. Il talento visivo dell’autore (anche sceneggiatore di questo corto) emerge soprattutto nei primi minuti, quando un montaggio rapido e secco spazia fra le parti di bambola di cui la bottega è piena: un oceano di corpi fondamentalmente indifesi, che verranno travolti dalle fiamme quella stessa notte, quando l’artigiano se ne sarà andato (i richiami all’olocausto nel primissimo cinema di Polanski sono criptici, ma sempre o quasi sempre presenti). Due particolari su tutti rimangono impressi: il cucù (che funge da tormentone, ritornando a suonare nel corso della vicenda) e il quadro elettrico simile a un volto umano. Sette minuti e una manciata di secondi, neppure una parola, solo una colonna sonora barocca il cui autore non è però accreditato nei titoli. 6/10.
Un vecchio artigiano costruisce bambole alla luce artificiale di una lampadina. Nella notte il quadro elettrico va in fiamme e l’incendio divora la bottega.
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