Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Uno dei primissimi lavori dell’appena venticinquenne Roman Polanski, anche sceneggiatore, che l’anno seguente di sarebbe diplomato alla Scuola nazionale di cinema di Lodz. Curiosamente in questo cortometraggio muto, con accenni di comicità slapstick soprattutto nelle prime scene, il futuro regista di numerosi drammi psicologici e thriller dalle atmosfere cupe sceglie di giocare buona parte della storia sotto il profilo della commedia. Ma la vicenda, già dopo qualche minuto, è tutt’altro che spensierata e finalizzata alla risata: i due trasportatori pasticcioni sono maltrattati dalla gente (un ragazzo li aggredisce anche fisicamente: ed è proprio Polanski, in un cameo) e verranno costretti a fare marcia indietro, tornando da verso il mare, cioè dove sono venuti. Inevitabile il pensiero – seppure poco più che subliminale – all’olocausto e alle tragedie vissute del popolo ebraico poco più di una decade prima, che sfiorarono anche il regista da bambino (e concretamente toccarono invece i genitori). Un quarto d’ora senza dialoghi, sostituiti da una colonna sonora swingata ad opera di Krzysztof Komeda, con cui Polanski collaborerà a lungo in seguito. 6/10.
Due uomini e un armadio emergono dal mare. Trasportando il voluminoso carico, i due arrivano in una città. Nessuno li vuole stare a sentire, qualcuno addirittura li picchia e i due si ritrovano costretti a tornare fra le onde.
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