Un vecchio prete (Michael Lonsdale) ha assistito impotente allo sgombero di quella che per tanti anni è stata la chiesa dove ha officiato messa e benedetto i fedeli di un piccolo villaggio. Amareggiato e sconvolto, con l'aiuto del sacrestano (Rutger Hauer), il prelato presto si renderà conto come quell'edificio dissacrato possa essere l'ancora di salvezza per le anime di un gruppo di clandestini in fuga, costretti a lottare con chi vuole a tutti i costi far rispettare le leggi. Riscoprirà in questo modo il vero valore della casa di Dio e dello spirito sacerdotale.
Note
È un film contro. Ermanno Olmi è un matto. Uno dei matti più dolci e lucidi di quest’Italia, di questo mondo incapace di vivere nella “prospettiva della fine”, cioè derubricando quotidianamente il Male e perseguendo quotidianamente il Bene. Come compito, non come inerzia. Come atto dovuto al futuro. L’elogio della follia gli si addice, perché con Il villaggio di cartone, un film teatro, uno stage movie insieme gentile e iconoclasta come ne faceva una volta Derek Jarman, ci lascia un’opera della ragione aperta alla sfida delle fedi e delle leggi.
Gli oggetti che identificano l’appartenenza al culto non sono altro che feticci svuotati di ogni valenza spirituale, divina, umana. Vacui simboli che permettono agli esseri spauriti dei nostri tempi di costruirsi armature e case in cui “proteggersi” e sentirsi al riparo, da un mondo esterno minaccioso e incomprensibile ma soprattutto dalle proprie insicurezze e fragilità. Esistenze… leggi tutto
Ermanno Olmi e' un pacato e sereno uomo gentile, ora anziano ma piu' che mai vitale, che ha ormai da tempo capito i veri valori della vita e che ogni volta, nel volersi accomiatare dal cinema narrativo, che cosi' magistralmente ha saputo arricchire le nostre menti di spettatori, ci fornisce un ultimo (ma speriamo davvero di no anche stavolta) lucido sguardo sulla condizione dell'umanita nel suo… leggi tutto
Cinepresepione, che assevera, con stile da spot televisivo di barilliana memoria, la fine dell'ispirazione, un tempo fervidissima, del Maestro Olmi. Dopo il Cristo new age di centochiodi, un film che prende spunto dall'attualità, per mettere in scena un gruppo di profughi africani che, parafrasando a contrario un vecchio film di Scola, sono belli, puliti e buoni. Quando una profuga dà alla… leggi tutto
ItaliAtlantide.
Un'ennesima imbarcazione è stata avvistata, in panne, alla deriva nel Mediterraneo.
Coordinate per un tentativo di ricerca, soccorso, recupero e salvataggio: Museo…
Con tutto il rispetto per il grande Olmi, autore di veri capolavori, in questo caso il film per me è stato una delusione. Troppo scontata la trama che appare superficiale ed incapace di esprimere una drammaticità che sarebbe stata da sottolineare considerati gli eventi di cui tratta e che sono, purtroppo, attuali. Anche l'interpretazione appare non adeguata lasciando una delusione…
Non è brutto nel vero senso, perché si riconosce la mano di un regista degno di questo nome, ma secondo me ha molti difetti. Innanzitutto è troppo silenzioso. Tutti sono taciturni, troppo, anche in momenti drammatici o che richiederebbero parlare, spiegarsi. C'è chi non parla, appunto, e chi fa il filosofo in monologhi o in piccole lezioni di saggezza a tutti. Si può dire che Olmi non si…
E’ sempre un piacere vedere un artista di una certa età mettersi ancora in gioco coniugando due temi molto delicati, nella fattispecie immigrazione clandestina e Chiesa/fede, ed a livello di significato siamo dinnanzi ad un’opera che può vantare meriti considerevoli, ma poi il tutto rimane troppo rinchiuso in se stesso e non solo perché l’azione si svolge sempre all’interno delle…
Presidiata al suo interno dai volti stanchi della diaspora, l'apologia del reato si trasforma con Olmi nel rischio della carità, nella chiamata quando tutt'attorno tacitamente crolla. Tanto la chiesa, quanto i fedeli, quanto la fede stessa si dissolvono nelle loro fattezze. Ma presto nuovi accoliti si accampano sotto i piedi del Cristo. Il padre, ospite tra gli ospiti, difende la proprietà del…
Non ho molta familiarità con il cinema di Ermanno Olmi. Ho letto recensioni, articoli a favore e non, conosco di fama una manciata dei suoi titoli più celebri ma "Il villaggio di cartone", di fatto, è il primo film che riesco a vedere. Be', dirò un'eresia ma non mi ha fatto impazzire. Pregevole nel suo rigore formale, dotato di immagini forti, allegoriche, nonostante l'impianto…
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Commenti (2) vedi tutti
Ogni riflessione che suscita il film è puramente personale, ma non criticabile, Ovviamente non in Italia. Grande pellicola.
commento di slim spaccabeccoL'intento era valido, il film avrebbe potuto essere discreto, ma la riuscita è molto molto fiacca.
commento di ottobyte