Regia di George Miller vedi scheda film
Per una volta il seguito è migliore dell’apripista (“Happy feet”, 2006), va detto che a suo tempo quest’ultimo non mi era comunque piaciuto più di tanto (sufficienza striminzita), certo l’ambiente e lo stile rimangono quelli, ma alcune aggiunte le ho trovate gustose e sostanzialmente mi sono divertito di più di quanto mi aspettassi.
Mambo e Gloria hanno coronato il loro amore dando alla luce il piccolo Erik che dal canto suo deve ancora trovare il suo spazio all’interno del popolo dei pinguini imperatori.
Rimarrà estasiato dal karma di Sven, un “pinguino” volante, e sarà poco incline a seguire i consigli di Mambo, ma nel momento del bisogno riuscirà a fornire il suo contributo per risolvere un grosso problema che mette in pericolo la sua famiglia.
L’inizio, subito dominato da un ballo di gruppo, mi aveva fatto temere il peggio, fortunatamente presto l’orizzonte si sposta su altro e le cose cominciano a funzionare meglio.
Certo, la trama è sicuramente esile nel suo insieme (le idee di fondo sono giusto una manciata), ma alcune varianti portano a dei risultati non trascendentali, ma comunque apprezzabili.
Su tutto merita considerazione uno spunto collaterale che in qualche modo copia “L’era glaciale” con l’inserimento di due krill che decidono di sfuggire dalla massa e provare a vivere davvero; le dinamiche che intraprendono danno luogo a diverse battute spiritose (per esempio, “c’è un convegno di carnivori e nessuno mi ha detto niente” e “sono stufo di mangiare vegetali, voglio mangiare qualcosa con una faccia”).
Per il resto la presenza di Erik, oltre al suo tenero disegno, così come l’aggiunta di Sven regalano qualche risata in più rispetto a quanto non avveniva nel primo film.
Infine ho trovato la morale piuttosto significativa e proposta anche con una certa efficacia; non è che credendo in una cosa la si possa per forza conseguire, in quanto la natura ha assegnato ad ognuno di noi dei limiti invalicabili, ma ciascuno di noi ha comunque delle doti che vanno scoperte e coltivate, che ci differenziano dagli altri e spetta a noi scovarle.
Insomma questo seguito non sarà ricordato tra i film d’animazione migliori di questo florido periodo, ma almeno è vitale, abitato da tanti personaggi e modifica qualcosa rispetto all’episodio precedente alzando l’indice del divertimento.
Piacevole (almeno a tratti).
Sostanzialmente in linea con quanto fatto col primo film a livello tecnico (soprattutto i giovani pinguini sono realizzati assai bene), probabilmente è giusto un pò più brillante nel racconto ed ha provato, con discreto successo, ad inserire qualche variante (vedi i krill).
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