Regia di Sebastiano Sandro Ravagnani vedi scheda film
Che Ivano De Cristofaro e Franco Columbu tentassero di conquistare l’America era scritto nei loro cognomi. Il primo è il culturista che nel 2009 ha vinto il concorso Il Più Bello d’Italia in Usa e dichiara una passione non corrisposta per la recitazione, il secondo è un sardoamericano, amico, compagno di allenamento e persino di set (in Conan il barbaro, Terminator e L’implacabile) di Arnold Schwarzenegger, già Mister Universo, Mister Mondo e Mister Olympia (dopo i 7 successi consecutivi dell’ex Governatore della California) nonostante l’1,65 m di altezza. Diretti da Sebastiano Sandro Ravagnani danno vita a Dreamland, strascult d’epoca e racconto di un emigrante-meccanico-teppista-falegname-pugile che cerca la sua terra dei sogni negli anni 50. Un trionfo di dilettantismo trash che peraltro è solo il primo capitolo di una trilogia. Questa è la brutta notizia, quella buona è che vi farà ridere fino alle lacrime, alcune scene vi ricorderanno la Telenovela Piemontese di Mai dire Tv e i dialoghi Chiquito y Paquito di Avanzi. E vi farà male vedere Tony Sperandeo perseverare nella sua autolesionista tendenza a timbrare il cartellino nei peggiori film prodotti negli ultimi lustri. Dreamland sembra un saggio di cosa non fare dietro e davanti la macchina da presa, una saga di errori e orrori spesso esilaranti e così sfacciati che sembrano voluti. Tanto che quando arrivano le scene tagliate sospetti che possano aver escluso quelle venute bene.
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