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Días de campo

Regia di Raoul Ruiz vedi scheda film

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Mattafix80

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La recensione su Días de campo

di Mattafix80
8 stelle

Due vecchi discutono al tavolo di un ristorante. In particolare uno dei due, riflettendo su se stesso e sulla vecchiaia, dice di sentirsi come se fosse già morto. Il suo amico lo ritiene un tipo decisamente fantasioso, e in effetti la loro conversazione si dilunga in discorsi senza capo nè coda, tanto che si perdono i confini tra reale e immaginifico. Gli altri avventori del ristorante sembrano ignorarli, come se fossero effettivamente dei fantasmi, ma il tipo fantasioso viene ripetutamente avvicinato da gente che gli chiede, con tono un po' ironico, come stia procedendo il suo romanzo.
Poi compaiono anche altri personaggi, che però sembrano vivere in un' altra epoca, forse l'inizio del secolo scorso. Questi personaggi non giustificano in nessun modo la loro presenza, sembrano vivere un' esistenza parallela, calati in un' atmosfera carica di mistero: forse sono i protagonisti del romanzo che il vecchio sta scrivendo, oppure è semplicemente il suo passato che riemerge in modo sconnesso nella sua mente, che non sa più distinguere la realtà dall' immaginazione.
In questo spazio-tempo, eternamente accompagnato dal soffio del vento, i personaggi parlano con voce cantilenante, rimangono in balìa di uno stato di perenne incertezza, come se il sogno avesse invaso la realtà. Come i sei personaggi incerca d' autore di Pirandello, non riescono a capacitarsi della loro situazione, forse per colpa della mente morente di cui sono prigionieri.
Il regista vuole svelare il meno possibile, preferendo lasciare tutto nell' indeterminazione. Spesso vediamo i volti e le figure come se fossero dietro un vetro deformante, che li allontana e li rende distanti (un espediente stilistico ricorrente nei film di Raul Ruiz). Il film si chiude con il vecchio al ristorante che recita una poesia:

Quando saremo vecchi, tutto questo amore enorme
se ne andrà per i sentieri e per i campi morti
e sarà una illusione molto lontana e deforme
che turberà la pace dei nostri occhi morti

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