Regia di Nick Murphy vedi scheda film
Londra, 1921: Florence Cathcart, antesignana del CICAP sempre impegnata a smascherare presunti sensitivi, viene invitata a ispezionare un collegio di provincia che dicono infestato dal fantasma di un bambino. È un film che fa il suo onesto dovere, quello di fare paura: ci sono tre-quattro scene in cui si sobbalza dalla sedia. Certo, c’è anche il solito risaputo armamentario del genere: rumori, ombre, apparizioni improvvise, un’investigatrice (iper)razionalista con annesso trauma infantile, una solerte governante che la sa lunga, un maestro sadico; verso la metà il mistero sembra felicemente risolto, ma ovviamente è una falsa pista e si deve ricominciare da capo. In certi casi le alternative si riducono inevitabilmente a due: o c’è davvero qualcosa di paranormale, o è una messinscena creata da qualcuno; l’ideale sarebbe mantenere lo spettatore nel dubbio (lo sapeva bene Henry James, che in racconti come Il giro di vite o Gli amici degli amici non scioglie l’ambiguità), cosa che qui effettivamente avviene per buona parte del tempo: ma poi il sottofinale riserva uno spiegone in flashback che chiarisce fin troppo. Tutto sommato è meglio apprezzare lo sfondo: ossia gli orrori della grande guerra, che ha lasciato i segni nel corpo e nell’animo di tante persone costrette a convivere con i propri fantasmi.
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