Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Tratto dall'omonimo libro del tuttofare Fabio Volo, la pellicola in questione è il primo adattamento di un suo romanzo. Ad affiancarlo c'è la bravura sommessa di Isabella Ragonese che insieme alla sporadica presenza di Stefania Sandrelli, acuiscono ancora di più il divario tra la loro recitazione e la palese incapacità del Volo. Devo ammettere che inizialmente sono rimasta alquanto stupita dello scorrimento della trama e della messa in scena per mano di Massimo Venier, regista noto per aver diretto principalmente i film del trio Aldo, Giovanni e Giacomo ma poi, ad un certo punto, prende quella piega iper-sdolcinata che guasta finanche il romanticismo e finisce per trasformare il film in un concentrato di colesterolo e situazioni che inducono il più classico: “No vabbè, non può essere” (la parabola della lettera che Giacomo scrive all'amata è l'esempio più lampante), con tanto di cascamento di braccia annesso, tanto che poi lo spettatore finisce per ostinarsi nella visione solo per scoprire quante e quali altre assurdità possano venire fuori. Vi basti sapere che il finale è piuttosto degno di tutto questo festival dell'ovvietà melansa. Una nota positiva, forse l'unica, va' alla colonna sonora, sapientemente gestita da Paolo Buonvino e Giuliano Taliani tra cui spiccano alcuni contenuti di Malika Ayane.
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