Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Forte di circa un milione di copie vendute, Fabio Volo, diretto da Massimo Venier (noto per lo più per le collaborazioni commercialmente fruttuose con Aldo, Giovanni e Giacomo), porta su grande schermo “Il giorno in più”, un progetto ambizioso che fa la spola tra l’Italia e gli Stati Uniti, che non trova una grande continuità e che si affida quasi interamente al suo interprete, che cavalca quelle che sono da anni le caratteristiche che lo hanno portato al successo, fatto amare da alcuni e detestare da altri.
Giacomo Pasetti (Fabio Volo) è un quarant’enne che sul lavoro ha una marcia in più e che evita ogni sorta d’impegno duraturo in ambito sentimentale.
Poi un giorno sul tram scorge Michela (Isabella Ragonese) e se invaghisce, ma quando, dopo un po’ di tempo, riuscirà a trascorrere una serata con lei viene a sapere che sta per trasferisi a New York.
Il sentimento sarà per la prima volta abbastanza forte da farlo mettere così in gioco al punto di seguirla?
Classico personaggio per Fabio Volo, eterno indeciso (almeno in amore), un po’ Peter Pan (a proposito chissà se cambierà qualcosa adesso che è diventato papà …), un po’ cinico (vedi cosa succede al cane nel film), parecchio qualunquista e probabilmente è da questo aspetto che nasce il suo successo.
Detto questo continuo a trovarlo simpatico, senza certo prendere ad esempio il personaggio di Giacomo (assai distante per tanti aspetti dal mio modo di pensare) e questa volta si allarga un po’ il tiro, non tanto per la declinazione molto romantica che prende ad un certo punto la storia (comunque sempre alternata da qualche battuta alla “Volo”), quanto per il doppio binario Milano/New York.
Il racconto, almeno quando comincia a giocare a carte scoperte, gestisce con un discreto equilibrio le due location, ovviamente New York permette di dare qualche “colore” diverso (soprattutto rispetto ai concorrenti battenti la medesima bandiera), e comunque attinente (luogo molto adatto ai racconti del cuore), per una produzione che si può permettere cose non per tutti, sfruttandole senza estro particolare (ma già ci sono ed è qualcosa).
Un po’ frastagliato poi il “tira e molla” tra i due “piccioncini” indivenire, ma la trama, pur conoscendola già, mi è sembrata comunque sufficientemente srotolata.
Folta la rappresentanza di attori attorno a Fabio Volo, per quanto non valorizzata per le sue potenzialità, Isabella Ragonese è un’ottima scelta (anche particolare visto che non è la “belloccia” di turno), Hassani Shapi offre una maschera un po’ sguaiata (un classico), Stefania Sandrelli smuove poco le acque, così come Luciana Littizzetto c’è soprattutto di fatto, ma sarebbe cambiato poco se non fosse stata chiamata in causa.
Un Fabio Volo da prendere o lasciare (vedo che quasi tutti han lasciato, pubblico a parte che in sala c’è andato, com’era scontato aspettarsi).
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