Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Da Fabio Volo, con Fabio Volo. Che ha scritto sei libri, rimpastando sempre il film della sua vita. Questo film rimpasta decine di altre pellicole, senza sfiorare la vita di nessuno. Lui è emotivamente minorato, sessualmente bulimico, incongruamente ossessionato dai dettagli: osservatore patentato dell’acquario finanziario e tranviario, si “annebbia” davanti all’eventualità di una botta e via. Lei è deliziosa come può esserlo la ragazza del sedile accanto: matita rossa e blu in una mano, libro nell’altra, i piedi in precario equilibrio sul 29 barrato. Il passo era insomma inevitabile e poteva anche essere meno rovinoso. Bastava tagliare tutte le battute, soprattutto quelle spacciate per tali, lasciando lui e lei e il tram. Invece un giorno lei decide di parlargli, e ci dispiace perché lei è Isabella Ragonese, che qui cita I promessi sposi come vessillo letterario dell’afflizione femminile. Ciononostante le offrono un lavoro in una prestigiosa casa editrice newyorchese. Con lui non trascorre neanche un giorno intero: ne seguiranno quattro ininfluenti, beffardamente accompagnati da What a Difference a Day Makes. L’America è monotòno, quasi come la costruzione di un “amore bestseller”: una valanga di serendipità digiuna di magia. Neppure la simulazione sfacciata del sentimento strappa un palpito: quando la (non) coppia prende a modello una coppia di (mediocre) finzione, non noti la differenza.
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