Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film
Pellicola alla resa dei conti più sorprendente che deludente, anche se entrambe le sensazioni sono presenti alternandosi nel corso del film, certo definirla commedia mi pare un po’ riduttivo ed anche spiazzante, così come lo sono i nomi utilizzati per alcuni personaggi ed alcune diciture pre lancio che probabilmente cercavano di invogliare il pubblico più disattento, e numeroso, che un film con qualcosa in più non avrebbe voluto guardare (il risultato è stato comunque fiacco).
I cinesi sono ormai dappertutto e arrivando dal nulla irrompono anche sul mercato delle mozzarelle di bufala sbaragliando velocemente l’impero di Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio).
Così la situazione patrimoniale di quest’ultimo si incrina rapidamente e tutto il mondo che ruota attorno a lui ne trae le conseguenze, tra chi, come sua figlia Sofia (Luisa Ranieri), è chiamato a scendere direttamente in campo, chi come Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo) non vede l’ora di svignarsela e chi invece vorrebbe diventare il nuovo capo.
Di sicuro non siamo di fronte alla più classica delle commedie, i toni sono certamente multiformi, probabilmente anche indecisi e non guidati con costanza sulla retta via (e il fatto che Emir Kusturica figuri tra i produttori è anche un po’ fuorviante, a parte qualche stralcio che possiede “qualcosa di suo”), ma almeno vengono ricercate, e quindi proposte, alcune soluzioni che escono dal solito schematismo.
A parte l’incipit, esagerato ma pur sempre folkloristico, la vicenda fatica a prendere quota, ma, al contrario di quanto capita più frequentemente, nella seconda parte le cose tendono a migliorare.
Non che ci sia una chiusura da pelle d’oca, ma diversi personaggi trovano nell’ultima mezz’ora una collocazione/fine che spazia dall’essere accettabile all’essere proprio azzeccata, con spunti propri di un cinema sicuramente più maturo e caparbio di quanto ci si potesse aspettare (e si è visto per una buona metà).
Poi rimane comunque un lavoro nel quale alcune cose sfuggono di mano (per colpa forse anche di una voglia d’autorialità un po’ fuori dalle corde), però va dato atto al regista Edoardo De Angelis di averci provato e creduto e di non essere qui per caso.
Traballante, ma autentico.
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