Regia di Edoardo De Angelis vedi scheda film
Dopo Gomorra e i casalesi, Caserta e i casari. È il loro lavoro che dalla sporcizia delle stalle di bufale ricava la purezza della mozzarella. La considerazione commossa di tale miracolo apre a nero il film di Edoardo De Angelis, autore con Devor De Pascalis del soggetto ispirato alle proprie origini casertane. L’incipit sulla festa tamarra con tanto di vere bufale, orchestra e pioggia di mozzarelle in piscina nella villa del casaro (pure con cameo di Luca Zingaretti…) promette toni da Kusturica campano (Emir coproduce insieme a Cinecittà), ma le stories si rivelano presto un po’ troppo compiaciute e lontane anni luce dal ritmo indiavolato di Underground. Come tra i capitoli di un Saviano caseario, sfogliamo e scartiamo come figurine nel mazzo le tragicomiche vicende del casaro Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio), angustiato dai concorrenti cinesi del latte, e sua figlia Sofia (Luisa Ranieri), scontenta del matrimonio con l’ex gloria della canzone neomelodica, Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo). Ma anche del ragioniere (Andrea Renzi), introverso braccio destro di Ciccio Dop, di Autilia la cantante di cuore (Aida Turturro, la cui presenza sospettiamo sia stata uno dei motori decisivi per l’operazione) e di altri. I valori tecnici sarebbero anche buoni; è l’inconcludenza della narrazione, dispersiva e indecisa tra realismo e surrealismo, a rievocare un seccante ma efficace stilema critico: occasione mancata.
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