Regia di Alessandro Angelini vedi scheda film
Un regista che ha esordito con questa specie di documentario che racconta un storia amara di un'infanzia ed adolescenza violate dalla società. Un Nicaragua che conosciamo molto da vicino e per niente romanzato, sappiamo per sentito dire quello che succede in quel paese, ma qui da una storia di un singolo riusciamo ad entrare nella disperazione di un popolo, e di una società che nega il futuro ai suoi cittadini (vi ricorda qualcuno??!). Uno sguardo sconcertato di un ragazzo di quattordici anni, che passa da un villaggio dove si lavora solo per guadagnarsi un piccolo cibo, per poi approdare nella grande città dove al vita è ancora più dura e complessa. Il film ricorda per certi versi il cinema di De Sica e Zavattini, senza però puntare alla poesia, ma solo ad un sguardo quasi documentaristico, ma sempre denso di affetto che non scade mai nel sentimentalismo superfluo. Alle volte l'equilibrio fra racconto e documentario non riesce a mantenere l'equilibrio giusto, ed è forse il limite più grosso di tutta l'operazione, mala storia riesce a darci quel senso di disperazione che nel finale prende vita in maniera forte e penetrante.
la storia di un ragazzo a cui è stato rubato il futuro
Una storia forte e che la regia ha voluto equilibrare fra documento e fiction
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