Regia di Gavin Wiesen vedi scheda film
Il liceale George, fatalista e rinunciatario, trascina la propria quotidianità senza stimoli, dividendosi tra una famiglia incasinata, una scuola insensibile alle sue difficoltà esistenziali e vaghe aspirazioni artistiche nel campo del disegno e della pittura. L'incontro e la frequentazione con la bella Sally darà una svolta alla sua indolente esistenza. Pretenziosa opera prima indipendente del regista Gavin Wiesen, presentata come di prammatica al famigerato Sundance Film Festival, "L'arte di cavarsela" è un noiosissimo raccontino di formazione che, dietro le (velleitarie) pretese intellettuali, il tono agrodolce e l'estetica dimessa da pellicola "impegnata", nasconde nient'altro che una banalissima teen-comedy che, come tutte le commedie adolescenziali americane che si rispettino, in definitiva ruota completamente sulla classicissima esigenza della "prima volta dello sfigato": molto rumore per nulla, insomma. Poca roba anche il cast, peraltro decisamente male assortito: Freddie Highmore è cresciuto molto in altezza ma ha conservato la faccetta imberbe che aveva nella "Fabbrica di cioccolato" burtoniana (in sostanza sembra un bimbo spilungone), Emma "Scream 4" Roberts, bassina e dall'espressione maliziosa e un po' perversa, sembra molto più matura del suo collega, Michael Angarano con la barba fa abbastanza ridere, mentre mette un po' di tristezza intravedere, invecchiato e imbruttito (e pensare che una volta, prima di cadere in un deprimente dimenticatoio, era lei la ragazzina protagonista lanciata nell'empireo delle nuove star) il viso precocemente sfiorito di Alicia Silverstone. Due stelle.
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