Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Prendi Black Stallion (cavallo disperso nell'inferno metaforico e che finisce per esser trovato e riportato in patria insieme al suo padrone, anche la scena del filospinato ricorda quella del cavallo legato dalle corde del film del '79), miscela con un pizzico Gran Premio (cavallo pazzo acquistato in un'asta di campagna, che risponde solo al giovane di casa, unico capace di domarlo, mentre la famiglia lo vorrebbe vendere) e una spruzzatina di Seabiscuit (cavallo che vince la zoppia e diviene un mito) e unire il tutto a Salvate il Soldato Ryan spostando dalla seconda alla prima guerra mondiale (scene di guerriglia in primissima linea con telecamera a mano). Ecco che avrete gli ingredienti di questo prodotto commovente, ma tutt'altro che originale. A rendere tuttavia più straziante il tutto è l'amore che i vari personaggi coinvolti nel film provono per il cavallo protagonista che passa continuamente di mano in mano a seguito della morte di tutti i suoi possessori. Momento più durI per lo spettatore sono la scena in cui perde la vita, stroncato dalla fatica, il grande morello che accompagna il protagonista per l'avventura della guerra e la sequenza del filo spinato (dove si vive un simpatico spirito di solidarietà tra le due fazioni contrapposte che, per l'amore di un cavallo, decidono di interrompere momentaneamente il conflitto).
La regia e la messa in scena di Spielberg garantiscono poi il salto di qualità a una pellicola che altrimenti avrebbe ottenuto molti meno consensi (credo abbia strappato ben 6 oscar).
Tra le sequenze più belle, per la caparbietà dei protagonisti, non si può dimenticare quella in cui il cavallo e il suo giovane proprietario arano un terreno arido contro il pronostico di tutto il paese. Notevole anche la carica, dal gusto western, degli americani in un campo tedesco. Bellissima, sotto il profilo visivo, la parte in cui i soldati americani affiorano al galoppo da un campo di grano. Schemi di battaglia ormai sul punto di esser superati, come dimostra la clamorosa debacle dell'attacco.
Da segnalare l'ottimo lavoro effettuato dagli addestratori con i cavalli, con alcune sequenze con gli animali lanciati al massimo difficilissime da girare (penso quelle all'interno della trincea).
Ottimo il ritmo, bellissima la fotografia che raggiunge apici che raramente si vedono in prodotti da blockbuster con un finale mozzafiato su sfondo arancio-nero.
Bene (seppur non straordinarie) le interpretazioni, colonna sonora non troppo memorabile. Buono, Voto: 8=
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