Regia di Diego Cassani, Davide Del Boca vedi scheda film
Opera autocelebrativa, nonché raccolta dei videoclip girati dalla band fino a quel punto (Abitudinario, Pipppero, Natale medley, Servi della gleba) per una goliardata in puro stile demenziale, cui Elio e le storie tese si fregiano di aderire, seguendo l’esempio dei bolognesi Skiantos. Siamo agli esordi, più precisamente al secondo album (Italian, rum casusu cikti) e già la sfrenata, irriverente, coprolalica verve comica degli Elii si manifesta pienamente nelle scenette fra un videoclip e l’altro. Partecipano come ospiti Leone di Lernia (sul palco) e il Baffo (Roberto da Crema) e Teo Teocoli in veste di attori; dirige il coro Mangoni, amico del cantante Elio dai tempi del liceo e spalla comica della band, che narra le gesta del complesso fra mille facezie. Come documento filmico ha poco valore (è sostanzialmente un lavoruccio quasi casalingo e realizzato frettolosamente), ma le idee apprezzabili ci sono (la pseudoinchiesta giornalistica, il colpo di scena finale con il ritrovamento degli Elii) e soprattutto – ciò che più conta – è l’occasione per riascoltare i primi successi di un gruppo assolutamente atipico (unico?) all’interno del panorama musicale italiano di sempre. Regia di Diego Cassani (montatore e insegnante di tecniche di montaggio) e Davide Del Boca (regista in futuro anche per la Rai). 4/10.
La scomparsa della rock band Elio e le storie tese scatena un’inchiesta giornalistica che ripercorre le tappe fondamentali della carriera del gruppo.
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